Discussione: Purosangue
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Vecchio 15-09-2010, 11.21.19   #11
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Originalmente inviato da Grey Owl Visualizza messaggio
Il cavallo rappresenta l'istinto, la passione, la forza indomita. Il cavallo allo stato brado galoppa libero nelle praterie. La criniera al vento, durante la corsa veloce pare che voli. Domare un cavallo allo stato brado richiede forza e determinazione, ed anche dopo che lo si è domanto esso continua ad avere slanci di libertà.

Il cavallo rappresenta l'istinto che si fa guidare ma non è mai del tutto domato. Forse un cavallo non lo si domina mai del tutto, quando un cavallo ha paura s'imbizzarrisce sempre. Ed in quei casi disarcionando il cavaliere egli fugge lontano dal pericolo o peggio ancora senza controllo.
Ok Grey è importante questa descrizione, potevo arrivarci da sola, ma in queste cose non sono brava.Mi induci a riflettere allora.

Due più due fanno quattro, di notte mi confronto con avventure che vengono frenate da impedimenti, forse la paura.Questo ha un corrispondente nella vita da sveglia, quindi in realtà sono portata a slanci che devo dominare.
Vista così i conti tornano, è assai verosimile.

La libertà è una cosa che ho sperimentato nell'età del gioco. Facendo la spola tra la casa della mia famiglia e quella della nonna ero poco controllata.La mamma giovane presa di se stessa interveniva sporadicamente nella mia vita.
Forte imprinting alla libertà di movimento, al gioco senza limiti di tempo, sia con le femmine che con i maschi, in strada, in cortile, ovunque potessimo stare. Capobranco tra le compagne, protagonista principale dove c'erano i ruoli, la fantasia e una vitalità poco turbata dagli eventi esterni mi rendevano più intraprendente.Le mie sorelle poi erano più piccole ed era naturale che le dominassi. Sapevo giocare anche da sola, la nonna a volte mi obbligava a stare a casa, lei ricamava e mi indirizzò anche verso i lavori manuali. La mia operosità era incessante. Refrattaria al ricamo tagliavo e cucivo abiti per la bambola; coi rocchetti vuoti facevo i tacchi alle mie scarpe, e recitavo come nei film. Lei maniaca dell'ordine, io del disordine, tendevo a colonizzare gli spazi.
La tv, una delle prime in assoluto, la sera portava gente a casa, i film di guerra o d'amore erano un pò troppo per la mia tenera età; altro contributo ad una mente iperstimolata.
La nonna mentre ricamava e magari pioveva mi teneva incollata ad ascoltare la guerra vissuta e allora non troppo lontana ancora. Era attenzione nei miei riguardi, intimità. Mi turbava, ma era vita vera, e lei era precisa nei particolari, senza volere segnava il mio scenario mentale. Le gambe mozzate dalle bombe, la donna saltata nel bagno. La privazione, la paura.
I tradimenti del nonno che trentenne morì in guerra, coi conflitti lasciati dentro di lei. Certe scene ancora piene di sentimento. Lei trovava in me una ascoltatrice perfetta, fino all'età di undici anni. Poi mi sono dovuta adattare alla famiglia, mi toccò fare la brava massaia, con l'aiuto dell'altra nonna, mentre mia madre pensò di realizzarsi totalmente nel lavoro. Il papà ci manteneva, lei aggiungeva le basi per un futuro migliore.
Poi mi sono dovuta adattare al marito, poi al figlio, poi ancora al lavoro. Tutte cose che volli intensamente, ma mai più libertà dello stato semibrado i cui segni indelebili sono rimasti dentro di me. Continua...
Devo arrivare al cuore del mio istinto, a ciò che è recuperabile e il come se la vita ancora vuole.

Ultima modifica di webetina : 15-09-2010 alle ore 12.18.10.
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