Discussione: Coscienza
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Vecchio 16-06-2008, 18.42.02   #62
cassandra
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Per me non sei bastian contrario, è questione di come uno visualizza e come si definiscono le cose, a me contenitore da idea di una cosa con pareti che racchiude in maniera ermetica (+ o -).... invece non vedo un confine netto tra la mia coscienza individuale e quella collettiva per esempio, o bene o male siamo tutti immersi nella società etc... poi la differenza sta nel riconoscere ciò che è "nostro" o altrui....
La coscienza può essere "attiva" o "addormentata" ciò significa che tutti in quanto esseri umani abbiamo un certo campo di coscienza come dici tu, sin dalla nascita, magari le sovrastrutture invece che rafforzarla l'addormentano... a meno che non siano sovrastrutture create da esseri coscienti e accettate da noi coscientemente e liberamente (e lasciamo stare la consapevolezza adesso ).
Nasciamo con un certo campo.... ma uno strumento di evoluzione sarebbe l'espansione di questa nostra coscienza individuale
Questo campo è l'elettromagnetico nella stragrande maggiornaza dei casi?Come dire che ognuno alla nascita ha un tot di energie miste che determinano un pò l'andazzo,soprattutto se la persona è in un contesto che la indirizza-influenza male,facimente la coscienza si addormenta,peggiora..invece di espandersi e migliorare..ci sono?
Ultimamente capita di pensare a delle cose e di chiedermi,perchè faccio sti pensieri?un pò come se non fossero "miei", ma arrivassero da chissà dove ed in me trovassero un veicolo di passaggio..
Quindi chiedo a qualcuno edotto,come la coscienza collettiva riesce ad influenzare direttamente l'individuale?
Quel che vorrei capire è se per il discorso dei canali aperti inconsciamente,( uomo-donna spugna ad esempio),si può essere vero e proprio strumento di altre coscienze, credendo di essere autonomi.
Non parlo solo di mass-media,familiari,daiemon..ma di un ambito ancora più vasto e di un contatto attivo e perenne..
In sintesi capita di essere in balia di pensieri e di pensare realmente molto molto poco (forse ), come se nel male come nel bene si subissero degli influssi che in qualche modo accettiamo come "nostri",ma che in realtà, non lo sono per niente..
Sta cosa del "nostro" o altrui,mi fa pensare a trecento cose ad esempio,sarebbe bene capire tra ste trecento qual è la "mia",è un primo passo?..va bene mi fermo per il momento.



Sono tornata all'inizio del discorso,mi sa che qualcuno mi ha spinto a correre prima ed a non capirci granchè.. scherzo..
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