Ok per questa volta ti perdono
Due considerazioni al volo, una sulle catene di S.Antonio, una su questa in particolare.
Chi inizia una catena è convinto/a di avere dei messaggi profondissimi da passare al mondo intero, in realtà non ha neanche il coraggio di confrontarsi utilizza un mezzo in cui ti devono solo e per forza ascoltare, non possono rispondere, in più il destinatario non può scegliere deve ricevere il messaggio con prepotenza. Quest'ultima è l'unica ma molto importante differenza con un libro.
In merito a questa catena: se è una donna l'autrice ragiona maschil-mente, potrebbe essere stato benissimo un uomo a scrivere questa tiritera di luoghi comuni, alcuni in cui quasi tutte si potranno ritrovare (se no non sarebbero luoghi comuni) ma
senza poter riflettere a fondo sui personali meccanismi inconsci.