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Vecchio 14-05-2011, 23.00.09   #7
dafne
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Capitolo 3

In questi giorni ho fatto brevi passeggiate e alcune lunghe riflessioni con il mio sacerdote.
Mentre svisceravo qui con voi il rapporto cattolico col peccato mi sono ritrovata tra i banchi della chiesa e nel confessionale a portare ancora in superficie quel vissuto così problematico.

Ho portato al Signore, cioè verso l'alto, quello che mi tormenta. Queste cotte estemponaree, questo bisogno di incasinarmi sempre con uomini già impegnati, un tormento per la mia anima. Soprattutto perchè percepisco sempre più nettamente l'assenza di controllo da parte mia su questo.

Ho esposto in poche parole le origini del problema e ho ascoltato il Don che mi sollecitava a non cercare una visione idilliaca. Ci sono comandamenti più difficili di altri, su alcuni siamo più deboli ma è proprio in questa nostra debolezza in cui Dio ci è maggiormente vicino.

Sono uscita con la percezione di un passaggio, un passaggio che razionalmente avevo già fatto ma che non avevo sentito in pieno, e ancora è in elaborazione lo sò.

Ho vissuto l'abbandono. Questo mi ha portato a cercare sempre l'approvazione e l'attenzione altrui. E l'amore.
Incasinando la sfera affettiva con quella sessuale col patrigno ho dato un altro colpo alle mie certezze, voler bene a un uomo, a un certo tipo di uomo, mi conduce direttamente dall'affetto al sesso. Come se il primo si esprimesse in pieno nel secondo.

Piano piano ho distaccato sesso da intimità e pian piano l'amicizia intensa dall'innamoramento.

Ma nelle cottarelle i confini sono decisamente meno netti. Le persone che mi coinvolgono emotivamente sono belle persone, ma impegnate,e il conflitto interiore tra il voler bene e il provare attrazione era lacerante.
Come poteva un affetto essere considerato male? Certo, se uno è impegnato è impegnato ma avrei comunque potuto sentire quello che sentivo senza sensi di colpa se fossi stata attenta a come mi comportavo, a non provocare (tel chi..ma è un altro discorso..)

E oggi ho percepito.
Cercare affetto e cercare attenzione non sono la stessa cosa.
Io non cerco affetto/amore, certo, lo desidero moltissimo, ma quello che mi muove verso certe storielle è il desiderio di attenzione.
Ma l'attenzione sessale non m'interessa più, non come strumento.
Ho scoperto la gabola quando pensando a una possibile reale relazione con il tizio in questione mi sono ritrovata a pensare che non mi avrebbe sopportata due ore fuori dal letto..cioè io non ci sarei riuscita...

Ho provato un senso di leggerezza.
Certo il problema non è risolto ma questo mi permette di difendermi meglio, Mi permette di iniziare a sanare il conflitto interiore tra la parte che vuole l'amore e quella che vuole attenzione. Non permettere che la seconda strumentalizzi il mio senso di abbandono per ottenere attenzioni provocando situazioni che mi feriscono solo, alla fine, privamdomi oltretutto anche dell'amore per me, è decisamente meraviglioso.

Sono certa di esserci già passata per certe elaborazioni ma evidentemente non si erano fissate a sufficienza.

Quando mi dicevo che l'Amore di Dio non poteva che essere il cemento migliore per certi buchi avvertivo una resistenza. Ma non era il lato cinico del dubbio sull'esistenza di Dio ma piuttosto quella parte di me che dell'amore se ne frega e vuole solo pappa pronta a rapido consumo come la gratificazione el'attenzione, a qualsiasi costo.

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Ultima modifica di dafne : 14-05-2011 alle ore 23.19.48. Motivo: correzioni
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