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Vecchio 14-12-2008, 02.18.57   #7
jezebelius
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Mi piacerebbe capire cosa succede all'uomo in prossimità dell'solstizio invernale, le giornate si accorciano sempre di più, il sole fa sempre più rare e meno durature apparizioni. il giorno è scuro e corto mentre la notte è più chiara e lunga, illuminata da una luna che pare essere in questo periodo la padrona dei cieli.
In effetti partendo dalle considerazioni fatte si potrebbe dire che il giorno è si più corto, meno, come dire, luminoso più uggioso, mentre, al contrario la notte porta con se, per mezzo della luna e della sua luce, una qualche visione differente. Una visione più nitida, potrebbe essere, che in altri periodi è più faticosa ad ottenersi.
Mi viene in mente peraltro, seguendo le parole di Stella ma anche quelle degli altri, che appunto si tratta di cambiamento che " passa " per una contrazione. Una sorta di riflessione, appunto, che tiene conto della possibilità di un probabile passaggio.
Anzi, è funzione del passaggio stesso questo contrarsi proprio per giungere ad altro, cioè venir fuori in una nuova luce.
Il giorno a questo punto si potrebbe definire come una specie di limbo, un giorno che non è luminoso - quella parte di luce che ipoteticamente manca l'ha presa la luna forse - che si riformula, non so come dire...
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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