Discussione: Male consapevole
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Vecchio 27-12-2009, 13.04.01   #24
Uno
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Milano, Roma, Firenze etc... tutte le città sono l'assoluto, Dio nel vero senso della parola.
Quello che volevo mostrare è che ci focalizziamo spesso, per non dire sempre, sui punti di arrivo o su quelli di partenza ma mai sul viaggio e su cosa raccogliamo per strada. Se nella metafora considerassimo anche solo l'aria, stando a Roma respiriamo una certa aria, lungo il viaggio ne respiriamo altra che cambia in continuazione, arrivati a Milano ne troviamo altra ancora. Arrivati a Milano non saremo più quelli che erano partiti da Roma (l'aria della strada fatta si è è già fissata chimicamente al nostro corpo attraverso la respirazione) e se tornassimo indietro e facessimo i pendolari più volte ogni volta saremmo cambiati.
Se all'aria ci aggiungiamo i pasti e tutto il resto, compresa la contemplazione dei paesaggi o la lettura di un libro durante il viaggio etc...

Questa metafora si può usare per qualsiasi vettore, che sia bellezza e bruttezza, tristezza e gioia, bene e male etc...
Ci saranno due città che incarnano i due estremi e molte altre (infinite) con varie sfumature, l'importante è ricordarsi di valutare il viaggio e le sue conseguenze.

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Adesso vorrei anche considerare un'altra cosa. Possiamo sperare di arrivare mai al bene assoluto se non siamo mai arrivati al male assoluto?

La domanda era retorica e quindi rispondo già: no, non possiamo.
Ma al male assoluto ci siamo già arrivati quando quando siamo diventati viventi, per vivere bisogna toccare il male assoluto, come il bene assoluto, la vita è il viaggio della metafora di cui sopra.
Toccare non significa averne consapevolezza, usare o simili. Ho vissuto più di 20 anni a Roma, l'ho girata in lungo ed in largo ed ora a volte mi scopro a vedere in tv dei documentari che mi fanno scoprire cose mai pensate di questa città.
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