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Vecchio 08-09-2010, 23.09.18   #171
Ray
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Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
OK prendo appunti e quello che segue è quanto credo debba aggiungere al mio riassunto di partenza:

1 Non tutti i reset non avvengono per volontà.
2 Solo il primo non è volontario o quelli successivi se i precedenti non sono stati colti.
3 La capacità di scegliere è una caratteristica “ in potenza” e quindi non è normalmente manifesta nell’uomo inconsapevole che è assoggettato alla meccanicità.
4 Questa potenzialità si presenta in concomitanza di determinati eventi e quindi non è presente in modo costante.
5 Quando il primo evento si presenta l’uomo normalmente lo subisce.
6 L’evento, seppur subito, gli consente di agire non meccanicamente per un breve periodo.
7 Cogliere l’evento significa costruire nel proprio nucleo i presupposti per ulteriori possibilità di consapevolezza che strada facendo portano alla libertà.
8 Cogliere un evento moltiplica le successive possibilità di riuscita
9 Quando l’individuo, dopo diversi reset non volontari, diventa abbastanza consapevole riesce a costruirsi lui stesso con la sua volontà altri reset volontari.
10 Il risultato finale è quello di arrivare ad ottenere la totale liberazione dalla meccanicità ed essere libero di scegliere .
Praticamente è tutto corretto. Solo il punto due meriterebbe una precisazione, tuttavia il punto 9 dimostra che hai capito. In realtà non è detto che solo il primo reset sia involontario... ce ne vuole perchè il nucleo sia abbastanza forte da procurarsene altri volontariamente. Certamente però, se il primo viene colto, in una certa misura si può influenzare il secondo e così via. Quello che dici ai punti 7 e 8.

Citazione:
Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
Qui mi sorgono le prime domande di verifica:

A. L’uomo è responsabile degli eventi (i possibili reset) che gli accadono ?
B. Da cosa dipende la capacità o meno dell’uomo di saper cogliere i reset, specie il primo ?
C. Ipotizzando che possa esistere un uomo “de coccio” che nella sua vita non coglie i reset che gli si presentano, può definirsi privo di libero arbitrio ?
D. L’uomo che si evolve dopo i primi reset non volontari, non è ancora un uomo arrivato e quindi libero dai condizionamenti, la sua volontà a creare dei reset è ancora influenzata dalla legge di causa ed effetto ?.
A: lo diventa man mano che acquisisce consapevolezza. All'inizio no, i reset fanno parte del sistema. Come dicevo prima, il sistema ha in se il virus per uscirne. D'altra parte, argomento correlato che forse è in linea col tuo modus intuendi, se così non fosse il sistema sarebbe chiuso in se e ciò escluderebbe qualcunque entità trascendente il sistema stesso.

B: la capacità è intrinseca nel senso che, agendo l'evento da reset, riporta per un attimo l'individuo che lo subisce al suo livello potenziale, completamente o nella misura del reset, quindi attiva di fatto tutte le sue capacità potenziali.

C: si. Pur permanendo in potenza. Detta potenzialità non può scomparire del tutto. Anche se poi in pratica può andare talmente riducendosi da tendere a zero.

D: la sua volontà di creare ulteriori reset, in quanto volontà vera e non mero risultato meccanico di desideri determinati dalla corrente, risiede nel nucleo formatosi e in sviluppo. E' dunque proporzionale al grado di sviluppo di quel nucleo. Insomma, la capacità di volere, di fare e di scegliere vanno di pari passo.



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Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
Riguardo al tuo esempio, non capisco la differenza con il mio uomo deterministico.
La partenza è la stessa, si nuota nell’acqua in balia delle correnti.
Entrambi cozzano contro lo scoglio involontariamente.
Per te è un reset, termine più sofisticato, per me è solo un incidente.
Alcuni uomini sono de coccio e nella vita ripetono sempre gli stessi errori (cioè non apprendono il reset) e continuano a sbattere la testa contro gli scogli.
Altri fanno tesoro degli incidenti e imparano; la volta dopo riescono ad aggrapparsi allo scoglio senza urtarvi violentemente e lo usano a loro vantaggio per tirare il fiato.
Più esperienze essi fanno e più imparano e diventano saggi..
Fin qui siamo in linea.


Citazione:
Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
Io chiamo questo “incidenti” condizionamenti tu li chiami reset, ma il senso non cambia.
Cambia l’interpretazione.
Per me il condizionamento incidentale è una causa che produce un effetto domino sull’individuo che a seguito di quell’esperienza acquisirà nuove informazioni che lo porteranno ad evolversi in conseguenza di esse.
Nel prosieguo del suo navigare acquisirà una maggior abilità nel districarsi tra scogli e correnti, ma sia chiaro, in funzione del suo essere in divenire soggetto a cause ed effetti.
Lo stesso innescarsi del primo incidente è causale.

Nella tua ipotesi di reset invece, questo sviluppo dell’uomo, viene interpretato come uno sviluppo autonomo dell’individuo.
Autonomo o indipendente in quanto non subordinato , anche se momentaneamente , ai suoi condizionamenti, nella scelta successiva al reset...
Tutti gli eventi sono causali, solo che l'individuo in via di sviluppo partecipa attivamente, in misura proporzionale al suo sviluppo, a questa causalità.
Chiaramente anche gli eventi innescati dal fatto che ha saputo cogliere il reset andranno a far parte della sua esperienza e lo condizioneranno, solo che avrà delle possibilità in più. Scoprirà di poter influire maggiormente sulla direzione da seguire. La corrente continuerà ad esserci, ma lui in una certa misura potrà muoversi in essa. Non potrà comunque evitare certi scogli e certi altri gli sarannoancora irragiungibili, finchè non sarà davvero libero. Tuttavia non sarà nemmeno in completa balia degli eventi a lui indipendenti.


Citazione:
Originalmente inviato da Telemaco Visualizza messaggio
E’ come se in quel mentre dimenticasse sé stesso (la sua identificazione con i pensieri condizionati) e si mettesse ragionare attraverso una coscienza superiore al di là di questa vita, oltre spazio e tempo.
Ma in questo caso non sarebbe più la limitata coscienza dell’individuo, quella che pensa, perché essa non si identifica più con i suoi pensieri condizionati vissuti meccanicamente, ma sarebbe la COSCIENZA universale.
Quindi usciamo dal contesto di libertà dell’uomo come lo intendiamo, parliamo della libertà di DIO, sempre che abbia senso parlare di libertà in seno a Dio.
Noi però, finchè non ci congiungiamo con l’Essere Unico (la coscienza universale) abbandonando la nostra identità fasulla che si crede autonoma e indipendente non possiamo considerarci liberi di scegliere senza che il nostro destino (somma di cause ed effetti) non lo voglia.
Qui fai un salto ingiustificato. Per altro la coscienza universale è inaccessibile all'uomo meccanico, solo quello libero potrà, forse, farne esperienza.
L'uomo, smettendo di essere meccanico, lungi dal liberare l'essere che tu chiami Dio, inizia a costruire un Io che, una volta sviluppato completamente, potrà forse farlo.

E' vero che l'identità dell'uomo meccanico è fasulla. Ma l'unico modo per abbandonarla è costruirne una vera. Con essa poi si può agire.
La tua visione la trovo un po' troppo ottimistica: l'uomo meccanico potrebbe abbandonare la sua fasulla identità per liberare la coscienza universale? E come potrebbe se è meccanico?

Sia chiaro che io non nego un concetto assimilabile a quello che tu chiami coscienza universale. Ritengo però possibile, auspicabile e necessaria una coscienza individuale.
Ray non è connesso