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Vecchio 22-12-2009, 11.41.42   #16
nikelise
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Non è sbagliato ciò che scrivi ma non è neanche corretto.
Riprendendo in parte le argomentazioni di Ray bisogna capire prima che cosa è il carattere, di chi è etc...
In sintesi possiamo cambiare (o lasciarci cambiare, come preferisci) perchè qualcosa da fuori ci mostra, più o meno esplicitamente, razionalmente etc... che qualcosa è più conveniente e/o attraente per ciò che siamo.
Si può ricondurre a due fattori principali la cosa. La visione altrui (specchio indiretto) che quando riconosciamo corretta possiamo assecondare per amore o rifiutare per dispetto, odio o mettici quel che vuoi. Oppure la nostra intima riflessione (specchio diretto) che ci fa comprendere che una cosa ci fa male, ci potrebbe aiutare etc...

Un giovane innamorato può cambiare molte cose per amore della sua bella, un adolescente può rifiutare cambiamenti positivi che i genitori gli mostrano per ribellione.
Uno può riflettere che il fumo fa male e impuntarsi inconsciamente di poter controllare completamente il proprio corpo, che tanto lui alla fine è più forte del fumo (una cosa simile all'adolescente ribelle su altro piano), oppure può arrendersi e fare la cosa migliore per il proprio corpo, cioè smettere di fumare.

In sostanza si può cambiare solo quando incontrando una forza, un flusso che potrebbe rimodellarci, lo assecondiamo.
Qua si potrebbe inserire la domanda di Filo e praticamente di tutti: come fare a capire se il flusso che incontriamo se lasciato fare ci modellerà meglio o peggio?
La maggior parte delle persone per non rischiare il peggio si oppone a qualsiasi cambiamento, occorre proprio la classica goccia di acqua che buca anche la pietra per ottenere minimi risultati negli anni se non nei secoli. Altri sono più coraggiosi, a volte temerari, a volte imprudenti e rischiano.
Comunque non è possibile comprendere se un flusso ci cambierà in meglio se non ci immergiamo o se non ci fidiamo di qualcuno che già sa come funziona quel flusso.
Se desidero fare il bagno, posso anche immergerci un termometro, ma anche leggendo i gradi della temperatura dell'acqua solo se infilo almeno un piede mi renderò conto effettivamente se quell'acqua mi garba. Se c'è uno già dentro, per quanto questo sia diverso da me e magari più amante del freddo o del caldo avrò almeno l'idea se il bagno e fattibile per quanto più o meno piacevole.

Se non ho voglia di fare il bagno il problema non si pone neanche.
Ma il carattere e' un mezzo non il fine .
Il cambiamento dello strumento avviene perche' mi sono accorto che con quello che ho non arrivo dove voglio .
La difficolta' sta nel fatto he la natura di quello mi ha dotato e non di un altro carattere .
E' come una parte del corpo impossibile modificarla.
Se sono alto 1,50 e voglio giocare a basket e mi ostino a rinforzare le mie gambe corte per saltare come gli altri non ce la faro' mai .
Devo usare le gambe corte per essere piu' veloce e prendere il tempo all'avversario .
Se uso le gambe per saltare nella metafora significa che uso male i lati del mio carattere se invece le uso per correre allora avro' usato meglio ad esempio ad es. la forte impulsivita' che ho .

Quando si dice di uno che ha carattere si dice che lo ha molto ben definito che non ha quel carattere annacquato ed il suo contrario altrettanto annacquato .
Lo ha molto ben delineato perche in lui i pregi ed i difetti sono molto chiari .

Ancora : se il carattere e' uno strumento e non un fine non puo' stare a monte delle scelte buone o cattive .
Influenzera' gli esiti delle scelte ma non le scelte , come quando si dice la verita' in malo modo cosicche' nessuno l'ascolta.
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