Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 29-08-2010, 22.38.59   #11
nikelise
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Originalmente inviato da diamantea Visualizza messaggio
Sono un pò lenta come le lumache ma chi va piano va sano e arriva lontano! Avevo rimosso il ricordo di ciò che ha cambiato la direzione della mia energia.

Dunque da ragazzina la "cosa" cambiò il mio approccio con l'uomo, la scelta cadde su un uomo più grande di me di 11 anni che era buono perbene e mi amava ma non era certo il mio tipo. Tuttavia lo scoprì un pò nel corso del lungo fidanzamento ma soprattutto nel matrimonio. Il mio femminile era in fase di decollo, avevo i figli, ma avevo anche delle aspettative di maschile accanto a me che furono deluse molto, la separazione fu inevitabile o ci rimettevo la salute.
Nel mentre incontrai la metà della mela, avevo 28 anni. Era la mia anima gemella, il mio ideale di uomo a 360 °. Decisi non con la volontà ma con l'anima e il corpo di vivere quella storia più pienamente possibile. Dieci anni più grande, una personalità dominante da guerriero, bello come il sole, intelligente, colto e creativo, mi aprì la mente mettendomi a contatto con la mia energia, i miei talenti.
4 anni vissuti intensamente, di fuoco, di lavoro, di stimoli, esperienze che cambiarono la mia vita, girando la clessidra. Più che il corpo sentivo ogni cellula del mio essere, fu il risveglio dai ghiacciai eterni dove avevo sepolto il mio femminile ferito e deluso.
Era all'apice quando mi accorsi che ero nel precipizio della sofferenza pari alla felicità e all'appagamento totale che avevo vissuto. Ora lui non era più il mio amato ma il mio carnefice. Era forte e deciso, affondò il pugnale con un colpo secco, mi disse perchè confidava nella mia forza e capacità di ripresa... lui non era fatto per i legami lunghi!
In fondo lo sapevo dall'inizio che sarebbe finita così ma non credevo potessi legarmi e soffrire in modo così profondo.
Una parte di me era andata perduta per sempre nel rogo.
I tre anni successivi li passai a cercare di smettere di piangere, a ricostruire me stessa dalle macerie, conobbi molte persone, viaggiai, frequentai gruppi, maestri e tutto quello che mi era necessario per ritrovarmi e guarire dalla devastazione emotiva.
Quello che lui lasciò dentro di me fu la sete di conoscenza del Vero e la percezione della mia femminilità che giurai a me stessa non l'avrei data mai più a nessun uomo.
Ho sviluppato il mio maschile per affermarmi, lavorare, crescere i miei figli, ma soprattutto per non farmi mai più dominare dai sensi e da un uomo.
Quella parte è relegata nel cimitero labirinto, qualche volta mi viene la voglia di lasciarla libera ma poi no, chiamo la polizia, non deve mai più uscire dal recinto, ho paura di soffrire di nuovo.
Il successivo ne pagò le conseguenze. Una storia importante e lunga nove anni ma... frustrante perchè vissuta nel tepore familiare, mentre lui avrebbe voluto l'ebbrezza della ferrari.
Quello che c'è dentro di me di vissuto e potenziale traspare sempre, lo posso mascherare, nascondere, ma non eliminare nemmeno con la durezza, è il mio temperamento che si manifesta in anima e animus.

Cosa succede ora.
Il mio compagno è 11 anni più giovane e non ha figli.
Una parte di me dice di lasciarmi andare, di riprovare, di lui posso fidarmi, mi ama e vuole pure sposarmi.
L'altra parte dice subito ma sei matta? tra qualche anno ne troverà una più giovane e ti lascerà di nuovo devastata peggio della prima volta, lascialo subito finchè sei in tempo o non lasciarti coinvolgere più di tanto.
Poi la sintesi, goditi il momento, sei matura i figli grandi che non interferiscono, se un giorno troverà un'altra lo saluterai ringraziandolo per quel che di bello ti ha dato ed è tanto, sei forte e sopravviverai ancora.

Ecco la storia Nike. Se rinuncio al femminile diventerò dura, arida, non aprirò più il mio cuore a nessuno, se rinuncio al maschile tornerò ad amare a fidarmi con il rischio di soffrire ancora e questo mi fa paura.
Sono ferma e arrabbiata, non riesco ad andare nè avanti nè indietro, non voglio fare passi falsi finchè non faccio chiarezza. Il conflitto mi rode. Vivo di esplosioni di rabbia ma anche manifestazioni di profonda passività femminile che cede per poco le armi e accoglie un essere che mi è sembrato un angelo dal primo momento che l'ho visto e me ne sono innamorata e non voglio restituirgli ciò che ho subito io, ma nello stesso tempo devo proteggermi dal riceverlo ancora e l'unico modo che conosco è di non lasciare entrare nessuno nel palazzo reale, si può guardarlo di fuori, e ogni tanto intravvedere qualcosa quando la brezza della passione sposta la tenda.
Provo a risponderti prendendola alla lontana .
Anticipo che e' assai difficile fare una sintesi utile di un tema cosi' complesso sicche' non so se saro' in grado di adattarlo al 3d .
Chiedo pertanto aiuto e comprensione .
Riportero' una descrizione del tipo estroverso pensiero senza alcuna pretesa di pensare che corrisponda al tipo di Diam , sara' lei che dovra' , se vorra' , prenderne le distanze magari collocandosi in altro schema tipologico .
Cio' che conta e' la descrizione della dinamica degli atteggiamenti psichici per inserire poi delle nostre considerazioni .


Secondo Jung , in un gran libro frutto di 20 anni di lavoro , intitolato '' tipi psicologici '' noi funzioniamo a grandissime linee cosi .
I tipi umani generali sono 2 : estroverso ed introverso a seconda se si e' rivolti verso l'oggetto esterno sicche' e' l'ogetto che determina le nostre decisioni coscienti o verso l'interno sicche' l'oggetto e' introiettato e prevalgono le nostre cosiderazioni soggettive sull'oggetto .
Sennonche' ciascun tipo per raggiungere uno scopo di adattamento sociale fa prevalere , per propria costituzione , una delle 4 funzioni gia' indicate :
il pensiero ,il sentimento la sensazione , l'intuizione .
Queste dunque possono essere in una serie infinita di combinazioni e gradazioni estroverse o introverse .

La natura , dicevo , fa prevalere una delle 4 funzioni rendendola differenziata ,isolata dalle altre e prevalente rispetto alle altre .
In questo modo questa funzione riesce a dare una direzione all'atteggiamento cosciente dell'individuo .

La conseguenza e' che la funzione antagonista incompatibile con quella prevalente viene necessariamente rimossa e cade indifferenziata nell'inconscio rimanendo ad un livello arcaico primitivo cioe' non sviluppato .
Se sono un tipo estroverso pensiero , la funzione antagonista sentimento restera rimossa a livello inconscio , da dove operera' con l'energia sua propria le opportune compensazioni rispetto alla funzione pensiero prevalente differenziata a livello cosciente .
Lo stesso accade tra sensazione e intuizione : la prevalenza dell'una provoca la rimozione dell'altra con lo stesso effetto .

La funzione inconscia ha dunque sempre una funzione di compensazione ma solo fino a quando non raggiunga una tale primitivita' da essere incompatibile con i valori comunemente accettati dalla societa' .
Se cio' accade la funzione inconscia diventa un grave disturbo e crea una nevrosi , un malessere sia a livello fisico che mentale .
Se io tipo pensiero ho una funzione sentimento talmente primitiva da prevalere sulla funzione cosciente costringendola ad accettare una situazione affettiva , ad esempio , con mia cognata ecco che non ho piu' una compensazione ma un grosso disturbo, una nevrosi .

La funzione incoscia rimossa dunque opera ed agisce comunque dall'incoscio e puo' avere una forza coagente incontenibile laddove non svolga una funzione di compensazione ma prevalga sulla funzione cosciente .

Per evitare che questo accada la funzione prevalente si avvale normalmente di una delle altre due funzioni diverse dalla coppia prevalente/antagonista , la quale assume un ruolo ausiliario della prevalente .
Cio' fa si che si renda sopportabile l'emersione dall'inconscio con la forza sua propria della funzione antagonista rimossa .
Cosi' il tipo estroverso pensiero potra' avvalersi o della sensazione o dell'intuizione affinche' l'incoscio non prevalga ma svolga una corretta funzione compensativa .
Per esempio il tipo pensiero estroverso avvalendosi della funzione sensazione che , abbiamo visto piu' sopra ,ci indica che una cosa e' e ci arresta sulla cosa , impedisce che l'espansione a smisura della funzione sentimento provochi i noti disastri di un'affettivita' senza controllo.
Lo stesso accadrebbe se la funzione ausiliaria fosse l'intuizione che ci indica la ''possibilita''' futura di un rapporto con un altro oggetto e la sorte del rapporto ora in essere evitando altrettanti disastri .

Mi fermo e spero di poter proseguire con profitto ma ho bisogno del vostro contributo perche' cio' avvenga .

Ultima modifica di nikelise : 29-08-2010 alle ore 22.42.36.
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