Discussione: L'autostoppista
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Vecchio 30-08-2010, 10.47.57   #12
Edera
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Non posso proseguire direttamente col discorso di Nike però vorrei portare un pensiero personale per quel che riguarda la lotta maschile/femminile.
Ok, l'armonia si raggiunge riuscendo a integrare le due polarità, tenendo in equilibrio le due parti all'interno di noi, fondendole...
Ma osservando nella mia piccola realtà ( e forse il problema è questo, cioè che la mia osservazione è limitata allo spazio sociale di qui) mi sembra che quello richiesto al femminile sia sempre e comunque il sacrificio.
Come se il femminile, da solo mancasse di identità e avesse bisogno del maschio per averne una, noi donne siamo sempre un po' condannate ad accogliere l'uomo, sacrificando la nostra individualità. Nonostante la modernizzazione, il femminismo , l'emancipazione, la ricerca della parità lavorativa ecc, in realtà a livello profondo la nostra identità acquista una forma solamente in relazione a un maschio ed egli non sacrifica la sua individualità ma tende a conservarla, conscio o inconscio che la parte femminile che gli sta accanto in qualche modo gli si adatterà. Questo a tutti i livelli sociali e economici anche se a livelli economici elevati il sacrificio rimane tale, diventa solamente meno evidente.
Non so nemmeno se da questo 'sacrifico' si possa o sia giusto scappare. Nel caso infatti il femminile rifiuti di venire invaso dal maschile il risultato sarà qualcosa di vuoto, informe, sterile o all'apposto vampirizzante e demoniaco. Attraverso la 'resa' consapevole o inconsapevole il risultato invece può diventare produttivo, fruttifero se non per noi stesse almeno per l'ambiente circostante. Spesso questo processo porta la donna ad essere figlia di qualcuno poi sposa di qualcuno e poi madre di qualcuno, a se stessa sembra non potere mai appartenere se non per brevi tratti illusori in cui ci si convince di non aver bisogno di nessun uomo o si abbracciano ideologie femministe varie.
Non che mi piaccia particolarmente questo pensiero, anzi mi fa abbastanza soffrire ma non riesco a vederne la via d'uscita. Ogni relazione, ogni matrimonio segna allo stesso tempo la piccola morte dell'individualità femminile, il letto di nozze è tomba e talamo. E non cambia niente il tipo di uomo che abbiamo a fianco, può essere che il nostro compagno faccia il possibile per tenere l'equilibrio almeno a livello pratico ma in altri piani, il femminile per sua natura verrà trascinato inevitabilmente verso lo scacco.

Leggendo la tua esperienza Diam, ho come l'impressione che tu sia cosciente o abbia fiutato il sacrificio richiesto alla tuo femminile e che durante le tue relazioni abbia fatto il possibile per aggirarlo, lasciando a briglia sciolta la parta maschile che usi per difenderti e tenere a bada gli uomini che ti circondano. Io non so dirti se sia possibile un equilibrio e quale sia il modo migliore per raggiungerlo (nel forum ci sono altre persone in grado di farlo), anch'io sono in pieno conflitto.
Ma come ho scritto sopra mi sembra sia inevitabile arrivare al punto in cui si dovrà cedere nonostante la resa comporti dolore. Può essere che questa mia visione sia solamente frutta della proiezione del mio vissuto familiare ecc e che non abbia nessuna validità oggettiva, tuttavia ho pensato di metterlo per iscritto in modo da elaborarlo ulteriormente o smantellarlo... Ho tentato di essere più chiara possibile spero si capisca qualcosa.
Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
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