Discussione: Riforma universitaria
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Vecchio 01-12-2010, 21.52.10   #3
Uno
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Io invece noto che negli ultimi 30/40 anni è diminuito il livello culturale e di preparazione a prescindere dall'istituto.
Come dicevo in passato, un geometra o un ragioniere di 30 anni fa erano già professionisti da invidiare, non parliamo di un medico, di un avvocato. Oggi dopo la laurea servono 3 o 4 specializzazioni solo per essere presi in considerazione, sempre se è una laurea decente, perchè questo mi pare che sia uno dei punti toccati dalla riforma.
Se non erro siamo il paese europeo che ha più corsi di laurea assurdi e ce ne sono alcuni frequentati da una sola persona
Cito testualmente dal web "Oltre 5.500 corsi di laurea (erano 2.444 nel 2001), tra cui Scienze dell'allevamento e del benessere del cane e del gatto, Scienze e tecnologia del packaging e Scienze della mediazione linguistica per traduttori dialoghisti cinetelevisivi""

Ma mi dite un domani uno che che si laurea in "Scienze e tecnologia del packaging e Scienze della mediazione linguistica per traduttori dialoghisti cinetelevisivi" se non entra nel cinema o in tv che ci fa con questa laurea? A parte che serve una laurea in lettere solo per leggere tutta la descrizione. Immagino il tipo che racconta alla nonna cosa sta studiando, pare il gioco che si divertivano a fare nel film amici miei (la superca..... e approfitto per un saluto a Monicelli).

Quella dei rettori e dei professori "baroni" è vera, un rettore oggi è come un monarca, non lo manda via nessuno finchè non decide di mollare e quando mollerà lascerà un suo successore, mi vien da dire, di primo letto.
Che dire dei 57 professori trovati in Campania con lo stesso cognome? Ma nelle altre regioni la situazione non è migliore.
E poi si fece tutto un casino per i tassisti che a fine carriera vendevano la licenza?

In quanto a risorse, oggi si nomina tanto la ricerca etc... rispetto al passato (quando i laureati erano più preparati) ce ne sono sicuramente di più, se le si spendono male...

Il discorso privato/pubblico è un discorso serio. Nel momento che qualcuno di condizione normale non riuscirà più a studiare (se ne avrà realmente la volontà) sarò il primo che ne prenderà atto e cambierò il mio pensiero. Per ora la possibilità è aperta a tutti, anche se per qualcuno è più facile, ma questo non vale solo per lo studio.
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