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Vecchio 30-08-2009, 16.50.37   #2
Kael
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Io e il mio fedele amico prendemmo allora alloggio presso l'albergo del posto, un incantevole costruzione situata su uno dei tanti promontori che dominavano la spiaggia, condividendo da buoni fratelli la stessa stanza e informandoci intanto sull'orario del nostro aereo, quello che stavolta avrebbe dovuto condurci davvero a casa.
La partenza era fissata per la sera (fra le 21 e le 22 mi par di ricordare...) e passammo tale tempo ristorandoci e riposandoci nella nostra camera d'albergo.

Sul far della sera però, dalla finestra della camera che offriva uno spettacolare panorama su tutta la baia, notai diffondersi una strana oscurità, ben più oscura di quanto avrebbe dovuto portare la normale sera. Il cielo si fece plumbeo, le acque iniziarono ad incresparsi agitandosi sempre più, e un minaccioso vento di tempesta aveva iniziato a far sentire prepotente la sua voce.
Nefasto presagio. Da lì a poco avremmo dovuto prendere l'aereo per tornare a casa, ma più io e il mio fedele amico stavamo alla finestra, più vedevamo comparire all'orizzonte uno scenario apocalittico e spettrale.

Iniziò un terribile scontro degli elementi, l'aria calda incontrandosi con quella fredda provocava delle scintille, degli attriti che sembravano poter dar vita da un momento all'altro a fulmini e tuoni spaventosi. L'acqua divenne nera come la pece, le onde si alzavano maestose, pronte ad inghiottire qualsiasi sventurata imbarcazione che avesse dovuto finire fra i suoi flutti. L'aria calda e secca che spirava da sud si scontrava sempre più aspramente con la sua antagonista fredda e umida che proveniva da nord.

D'un tratto, si creò un terribile squarcio fra le nubi, che vorticavano a gran velocità fra di loro, e da quell'apertura inizio a scendere dal cielo una pioggia torrenziale che si abbatteva direttamente sul mare.
Fortunatamente, ciò avveniva a qualche chilometro da noi, ma il vento sembrava spingere l'uragano proprio verso il nostro albergo, e il fiume in piena che discendeva dal cielo si avvicinana svelto.

Quella che potevamo vedere dalla finestra era una scena indescrivibile, apocalittica. Nel cielo, un'enorme palla nera, di un nero più nero del nero, delineata per metà dal semicrechio superiore della volta celeste, e per l'altra metà dal semicerchio inferiore che la baia formava.
La cosa più sorprendente di tutte però era l'altezza del cielo, lo squarcio fra le nubi ormai era così ampio che sembravano formare un imbuto roveschiato, un pozzo senza fine che dava direttamente sull'infinito...

Ciò nonostante, il mio fedele amico decise di prendere l'aereo ugualmente, ci salutammo e poi lo vidi scomparire sotto la pioggia torrenziale che ormai ci aveva raggiunto.
Io decisi saggiamente di aspettare il volo del giorno dopo, quando la tempesta si sarebbe placata. Ma l'affitto della nostra stanza stava finendo (l'avevamo prenotata solo fino all'orario di partenza), ed ecco giungere una coppia che stava prendendo il nostro posto.

Singolare destino. Due amici, uniti nel cuore ma separati nel corpo, lasciavano ora il posto ad un'entità unica, perfetta, unita anche nel sangue...

Non essendoci comunque più stanze libere, la coppia mi concesse gentilmente di restare con loro, così raccolsi le mie cose e mi rannichiai a terra in un angolino della camera, guardando dalla finestra la tempesta infuriare e interrogandomi a quale terribile destino fosse andato incontro il mio caro amico...
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