Discussione: il mio incubo
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Vecchio 20-03-2010, 15.56.37   #12
Ray
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Originalmente inviato da Carlotta Visualizza messaggio
[FONT='Arial','sans-serif']L’altra notte ho avuto un incubo. Verso mattina mi sono svegliata sentendo nelle orecchie un urlo disumano, che mi ha riportato all’immagine dell’urlo di Munch, mi sembra di essermi coperta le orecchie per non sentirlo. Di un eventuale sogno precedente non ricordo assolutamente nulla il che mi sembra strano perché mi sono svegliata all’istante e almeno qualche flash precedente dovrei ricordare. Ora vorrei capire se possibile il perché di tale incubo ma soprattutto poi ho passato una giornata tremenda pensando che il sogno potesse essere una premonizione di qualcosa di brutto che poteva succedere o era successo. Purtroppo osservandomi ho notato che quando ho qualche brutta notizia mi parte la migdala per la tangente e vado a pensare sempre alle cose più brutte che potrebbero succedere, che poi puntualmente non si verificano però io intanto sono stata in ansia inutilmente. Come posso cercare di cambiare su questo aspetto?[/font]
Beh, forse potresti calare il livello d'ansia riducendo la tendenza a giudicare le cose dal punto di vista, che necessariamente è piuttosto limitato, delle preferenze momentanee dell'io... il quale, ad esempio, tende a stabilire se il messaggio del sogno sia favorevole o sfavorevole a lui stesso, senza veramente cercare di capire il messaggio.

Svegliarsi urlando da un sogno angoscioso non è una cosa negativa, o perlomeno non lo è nel modo e nella misura in cui si può essere portati a pensare a prima vista.
Infatti il risveglio rappresenta la soluzione del sogno.

Come dire che il sogno, anche se non ne conosci i contenuti specifici, mostra una situazione angosciante, in cui le cose vanno piuttosto male. Si può facilmente pensare, ad esempio, ad un periodo piuttosto difficile.
Dal quale però, lo dice l'inconscio, si può uscire "svegliandosi", ossia tornando alla realtà, quando il livello di sofferenza è/sarà divenuto tale da non poter più mantenere lo stato di "sonno" (della coscienza).

Quindi l'inconscio, a mio avviso, mostra un processo che si concluderà con un "risveglio" quando la pressione sarà al punto di non poterlo impedire. E' chiaro però che, se questo messaggio è stato lanciato, si può fare qualcosa senza aspettare che il processo giunga al suo naturale termine. Si tratterebbe porprio di cercare di accelerare questo "risveglio", questo ritorno alla realtà, questa presa di coscienza, in modo da ridurre la misura della pressione necessaria al "risveglio".
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