Discussione: Odiare tantissimo
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Vecchio 18-06-2011, 00.57.00   #32
Sole
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Non stavo banalizzando Diam, stavo semplificando.
Il disagio è dolore, la profondità di questo disagio è una percezione del singolo.

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Proverei a distaccarci per un attimo da esempi personali, per me diventa più semplice osservare le dinamiche. Possiamo prendere come esempio qualcosa di più generico come l'odio raziale o esempi simili.
Si può considerare ad esempio che l'odio raziale nasce dalla paura del diverso. Odio il diverso e amo il simile. Diverso e simile rispetto a cosa però? Rispetto sempre a ciò che vogliamo noi. Nell'odio raziale ci potrebbe essere la preservazione della specie, o la dichiarazione di superiorità di una rispetto ad un'altra, la paura di essere dominati o la paura di essere uccisi, ancora tante altre paure che fanno nascere rabbie e conflitti, e ciò che nasce da questo è Odio.
Ecco, forse una buona definizione per descrivere cosa voglio intendere potrebbe essere che l'odio è il contenitore di una serie di emozioni negative rispetto ad una situazione. E su qualcuno o qualcosa questo contenitore va rimesso o proiettato facendo fare all'altro da contenitore a quell'odio.
Di base infatti non si odia realmente l'altro perchè è nero o rosso o ebreo o cristiano, cattivo o buono, bello o brutto, ricco o povero ecc ecc ma si odio quello che ci fa vedere e che muove in noi. Si odia quello che ci ricorda e che gli si ri-proietta.

Si odia qualcuno per ciò che ci ha fatto ma se ci volessimo bene si scioglierebbe quell'odio perchè capiremmo che non ha senso farci del male oltre il male ricevuto. Però mi rendo conto che quest'ultima frase è più buon augurante che altro.
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Se non sarò me stesso chi lo sarà per me? E se non ora, quando?
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