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Vecchio 02-10-2007, 22.55.24   #5
Kael
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Credo che chiunque inizia dall'esprimere con parole proprie un concetto per capirlo. Quando si sente un concetto nuovo, spesso lo si ripete (anche solo mentalmente) sostituendo le parole con quelle che siamo più abituati ad usare, e per quanto mi riguarda cerco anche di farmi un "riassuntino" in modo da ottenerne il succo in un unica frase... (a scuola dal libro di scienze studiavo solo le tre righe in neretto alla fine del capitolo, quelle che enunciavano in sintesi la legge.. e capivo di più così che se avessi letto tutto il resto...)

Ma a questo punto, dopo aver concentrato al massimo il concetto, per comprendere veramente occorrerebbe anche saperlo espandere.. altrimenti si rischia di essere sicuri di aver capito proprio tutto quello che si poteva. Se lo si è capito davvero non ci dovrebbero essere problemi ad espanderlo allora, vedendo così come agisce in situazioni che sembrano non avere nulla in comune fra loro. In questo modo si iniziano a fare analogie, si scoprono cose che sono collegate fra loro e che mai avremmo potuto pensare di associare. Alle volte per esempio mi stupisco di come due cose siano tanto collegate seppur mi siano apparse sempre così tanto staccate...

Questo però è un lavoro necessario, a che mi serve un concetto se poi non riesco a metterlo in pratica nelle mille sfaccettature della vita? E' come studiare una bici, sapere di che materiali è fatta e conoscerne tutta la meccanica, ma se poi non la provo sui vari terreni, terra, ghiaccio, asfalto, etc.. a poco mi servirà. Saprò tutto della bici eppure dovrò andare a piedi...

Quest'associazioni mirata di cui parla Uno credo sia necessaria per le analogie, per espandere la propria piccola "fetta di cielo", alzare la campana di vetro e permetterci di attingere ad altro...
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