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Vecchio 27-07-2009, 14.06.35   #1
Uno
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Predefinito Il confine tra il voler essere accettati ed imporre

Solo il titolo avrebbe dovuto essere molto più lungo, ma in qualche modo dovevo sintetizzarlo.

Fa parte dell'umano che non ha raggiunto una sua integrità, una sua unità di base, una sua consapevolezza su chi è e cosa vuole.
Se vi guardate intorno potrete riconoscere genitori (nei nonni a volte si vede meglio avendo più dati in mano, più vita) che si ostinano a voler essere considerati sempre dal figlio o dalla figlia che meno li badano, mentre quasi disprezzano i figli che hanno il massimo rispetto per loro.
La stessa cosa capita nella società: nelle amicizie, negli uffici, nelle comunità, a scuola... etc...

C'è la pretesa assurda di voler essere accettati quando per primi non si accetta l'altro, quando lo si vorrebbe cambiare, quindi cercando di imporre con vari mezzi la propria visione delle cose.
Se uno l'accetta questa visione non c'è gusto, allo stesso modo in cui il "selvaggio" cercava il nemico di valore per aumentare il proprio prestigio.
Si pensa erroneamente che se si riesce a convincere chi ci pare intelligente (bravo, interessante, autorevole o metteteci quel che vi pare) si riesca automaticamente a passare al sopra di questi con un colpo solo.
Non si pensano due cose, primo che inconsciamente si considera questo qualcuno come importante, come terreno prezioso da conquistare, secondo che se questo è tale ( e non lo è solo nella nostra percezione) non lo è diventato con un semplice colpo di mano.
E la gente si rode, si rode e non vive pensando queste cose, rimuginando etc...

Il discorso è lungo ma come introduzione mi pare sufficiente, si potrebbe parlare dei trucchi con cui si cerca di ottenere questo scopo, per esempio il vittimismo, ma anche l'uso dell'autoreferenziazione, etc... risorse che potrebbero essere usate molto meglio, peccato.


Thread dedicato, tra gli altri, a mia nonna che non c'è più da parecchi anni.
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