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Vecchio 28-07-2009, 19.01.31   #21
stefano
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Originalmente inviato da stella Visualizza messaggio
Questo dilemma di quanto è difficile il confine tra il voler essere accettati ed imporre lo sto vivendo quotidianamente, e non sono ancora riuscita a trovare un equilibrio.
Ci sono molteplici fattori in gioco, perchè se non chiedo nulla e lascio vivere sembra menefreghismo da parte mia, se comincio a elargire consigli poi me la prendo se non vengono seguiti, mentre un consiglio dovrebbe essere un sassolino che butti lì e chi lo riceve può farne quello che vuole.
Ora sto imparando a dare consigli solo quando sono richiesti, e lascio sbagliare infatti è solo dai propri errori che si impara e non da quelli degli altri, paradossalmente più si sta addosso a una persona e più è difficile farsi accettare e quella cercherà di svicolare e fare cose di nascosto. Insomma anche qui vale il "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" ma per mettere in atto questo bisogna per forza avere un metro di paragone che siamo noi stessi, ma in maniera passiva, impostata sul non fare piuttosto che sul fare. Dico questo perchè se ho freddo non posso imporre a un altro di mettersi la maglia di lana, ma se mi dà fastidio che qualcuno mi imponga ciò che devo fare è sicuro che darà fastidio anche all'altra persona.
Il ruolo di genitori è difficile perchè, come è già stato detto, si vorrebbe possedere l'altra persona soprattutto invadendo la sua sfera personale e la sua libertà, un po' per non perdere il controllo della siutazione, un po' perchè si suppone di avere più esperienza. Ma sono convinta che le frasi: "Non fare questa cosa, non uscire con quella persona, non spendere in stupidate, perchè poi te ne pentirai" non serva a nessuno, perchè quando sarà uscita e tornata delusa, avrà fatto una cosa sbagliata, rimpiangerà i sodi buttati, avrà accumulato esperienza e si saprà regolare da sola.
Ma da dove viene il desiderio di voler essere accettati ?
Del voler imporre se stessi ?
Penso venga da un'istanza di affermazione del nostro io, dalla paura che un'altra persona possa essere e fare meglio di noi, da non voler accettare il confronto e imporre le proprie idee per evitarlo, dal non voler ammettere che non ho sempre ragione io e che la libertà va di pari passo con l'accettazione.
Una cosa fondamentale è il rispetto, se manca questo dall'una o dall'altra parte non si può fare un discorso serio di accettazione.
Facendo un sereno esame di coscienza emerge che tante volte il limitare la libertà di un'altra persona con la scusa che è per il suo bene, in realtà fa bene a me perchè magari segretamente vorrei fare le stesse cose ma me le nego e non sopporto che un'altra persona le faccia liberamente...
Quindi a monte di tutto ciò ci sono conflitti non risolti che emergono ed ecco che con la scusa della saggezza e dell'esperienza si tarpano le ali e poi si vorrebbe essere accettati e voluti bene....
Ho esagerato, ma in fondo quello che vedo in me è questo....

su questo punto potrei scrivere un libro.
Personalmente mi ritengo il libero delle situazioni non colui che impone il suo modo di vedere le cose per far soffocare l'altro.
solitamente per mia non capacità di difesa subisco il tarpamento.
e sebbene ne parli apertamente noto spesso e volentieri il giochetto di farmi passare per menefreghista di turno, quando in realtà a mio avviso non stanno così le cose.
Penso che una persona per stare bene debba essere libera di esprimersi nei limiti del rispetto altrui.
Quello che noto invece, è che si è talmente abituati a vivere la vita degli altri e non la propria da tentare in tutti i modi di controllare gli altri per evitare di sentirsi piccoli
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