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Vecchio 18-05-2011, 09.49.25   #100
Uno
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Nike io non vedo solo il lato fisico e meccanico, infatti ho parlato in diversi punti di psiche.
Però non è neanche corretto dire che la mente dirige il corpo, come non lo è il contrario.
C'è una relazione strettissima tra i due e chiunque ha un corpo ne è condizionato in qualche misura.

Mi rispondi al fatto che il violentatore tende a ricommettere lo stesso crimine (la stessa cosa che accade per ogni nostra azione ripetitiva) con un'affermazione sulle pulsioni che possiamo combattere o sul fatto che se fosse come dico io saremmo tutti violentatori.
Perchè?
Semmai il contrario, quello che ho detto è che c'è chi, in un certo qual senso è destinato ad essere un violentatore e chi non lo sarà mai a meno che per qualche motivo non inizi.
Non è proprio così ma rende il discorso.

Chi violenta, non gode della sofferenza altrui, non direttamente comunque, al limite possiamo dire che ne è indifferente.
Non sono stato chiaro fino adesso, ma sai qual'è il vero motivo di chi violenta?
Avere un dolore settoriale (non fisico) che non gli da pace e riuscire a lenirlo solo quando violentando qualcuno scarica in maniera liberatoria degli impulsi che lo rendono più simile ad una bestia.
Questo anche se tu parlando con una di queste persone ti dicesse che non ha nessun dolore. Anzi sono pochi quelli coscienti di tale cose, sono quei pochi che cercano di smettere o limitare i danni.

Ripeto, prendi l'alcolista che tutti conosciamo meglio. Quando è sobrio sta bene?
No... sta male e beve per dimenticare il suo dolore. Però bevendo sta ancor più male, si indebolisce ancora e in quel breve momento di sobrietà (se c'è) non pensa ad altro che alla prossima sbornia, quella che lo farà "ristare bene" per un momento.
Il violentatore parte da una violenza subita, non per forza sessuale o non per forza concretizzata. Poi qualcuno riesce a spostarsi su altri piani, certi rimangono sempre più ingarbugliati e trovano come unico modo, per un breve momento di distacco, il rifare ad altri quello che è stato fatto a loro. Ovviamente come tutte le dipendenze se non interviene un freno, interno o esterno, possono acutizzarsi, ecco che qualcuno intensifica le violenze come ripetizioni temporali sulla stessa persona o più persone, mentre altri arrivano addirittura ad intensificarle come portata, magari arrivando perfino a seviziare in maniera sempre più grave o ad uccidere.
L'esempio dell'alcolista rende perchè c'è una bottiglia di fronte, non un altro essere umano. Il problema e la risoluzione sono dentro l'alcolista come lo sono dentro il violentatore a prescindere dalle vittime.

Il violentatore è molto più egoista di ciò che pensi tu Nike, non gliene frega assolutamente se questa (parlando di donne) soffre. Non gode della sofferenza della vittima. Gode, tra virgolette, del proprio scarico di pulsione, di quella pressione che gli fa percepire la propria sofferenza e ciò che è costretto a fare per placarla.
Se non fosse che solo certe vittime riescono a mettere in moto certi meccanismi in lui (o lei) potrebbe usare un manichino.
E veniamo alla tipologia di vittima, così forse riesco a chiarire una cosa con Faltea ed Astral.

Perchè la minigonna o un abbigliamento o atteggiamento disinvolto possono attirare di più un certo tipo di violenze?
Perchè nell'immaginario del violentatore corrisponde ad una persona forte e senza inibizione quale quella che ha fatto del male a lui/lei. Poi c'è invece chi se la prende anche la brava ragazza mite che nulla fa per attirare l'attenzione. Idem... rispecchia (nell'immaginazione del violentatore) chi ha fatto del male a lui/lei persona mite in apparenza ma sadica nel profondo. Non che le vittime siano così, ma questo suscitano nel maniaco.
Una persona non particolarmente in vista ma decisa (almeno su qualcosa, o che sembra decisa) attira certe attenzioni.

D'altro canto questo secondo tipo di donna lascia uno spazio di dubbio anche alla persona malata qual'è un violentatore. Non è sicuro che dietro la mitezza si possa nascondere un sadico, una sadica come quelli che hanno fatto del male a lui. Invece quello tendente a scaricare sulle persone forti ed emancipate non si pone il dubbio che la ragazza con la minigonna magari sia invece più inibita di una suora e cerca solo di farsi coraggio con l'abbigliamento. La vede vestita così e va con sicurezza nella catalogazione.
La stessa cosa vale nel maschile anche quando la violenza non è propriamente sessuale. Un bel ragazzo, ben vestito, sicuro etc.. attira più violenza di un tipo opposto e non è una questione di mera invidia. Idem un gay che si mostra troppo, che si mostra troppo sicuro/a anche se poi scende nell'esibizionismo, cosa che tra l'altro infastidisce anche chi non ha certi problemi

C'è pure la dinamica della persona assolutamente remissiva che al violentatore fa un effetto catartico, una sorte di transfert del dolore.
Etc....

Insomma ogni persona ha il suo violentatore come ogni violentatore ha il suo tipo di vittima ideale. I problemi sono quando si incontrano nelle condizioni "ideali". Al contrario di quello che si pensa è raro il violentatore: "basta che respira". C'è anche quel tipo, ma è l'esasperazione dell'uomo (o donna) comune che per qualche motivo si trovasse in una situazione limite e rarissima.


Sia chiaro (per il lettore distratto) che questo mio discorso non è teso a giustificare il comportamento dei violentatori, solo ad analizzarlo sapendo che tutto sommato interessa per analogia anche a noi che mai violenteremo sessualmente qualcuno.

Il discorso è lungo a voler esplorare tutti i particolari, dobbiamo avere pazienza. Comunque Nike lascio fuori il discorso Buddha perchè se no qui ci porta troppo fuori, pur se l'argomento è collegato, prometto di riaprirlo altrove in tempi brevissimi.
Uno non è connesso