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Vecchio 22-10-2007, 00.55.37   #18
jezebelius
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Originalmente inviato da jezebelius Visualizza messaggio
Credo che in un certo senso gia capire ( ed essere predisposti alle ) le dinamiche di come accade una cosa è gia tanto. Non credo di essere arrivato ad un livello tale per cui riesco a capire la dinamica nella sua interezza ma per quanto riguarda le azioni comportamentali che UNO ha lasciato all'inizio posso aggiungere una cosa che sa ddi esperienza personale. Pur conscio di non riuscire ad avere un quadro nella sua interezza, posso dire che ad oggi questi modelli non fanno parte del mio esser vicino alle persone. Anzi nella maggior parte dei casi accade quando meno me lo aspetto di aiutare qualcuno ( in qualsiasi modo ). Aiutare, in riferimento a cio che di cui si parla, o amare in maniera disinteressata; credo di aver capito questo. Poi ci sono le sfaccettature che riguardano altri elementi che ovvviamente contribuiscono ad allargare il quaddro una volta capitene, anche per essi, le forze da cui derivano.
Disinteresse che non significa passività, quanto attività, senza aspettarsi nulla in cambio. Non mi accade per tutto! E' naturale ( o forse non lo è ) che per qualcosa mi renda conto che seguo il disinteresse mentre per altre no.
La domanda che mi pongo ogni volta che mi sveglio anche solo per un attimo è: Perchè lo sto facendo?
Ed in questo modo riesco ad interrompere il circolo vizioso in quei casi dove il il " Perchè " vuole è sinonimo di contropartita.
Citazione:
Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Oltre che di volontà si parla anche di attenzione...
Mi autocito e continuo con una osservazione ossia che rileggere quello che ho lasciato, anche se in parte vero, per l'altra posso dire che rappresenta una contropartita.
Riprendo poi quel che ha detto Sole, ed in forum oramai ci son manifesti dappertutto, che l'attenzione è la cosa principale. Non dico che, a volte, pur non essendo consci della "richiesta" che mettiamo dentro parole o gesti ne possa uscire qualcosa di buono. Dico solo, però, che non dovrebbe mai mancare l'ascolto di se stessi anche, e soprattutto, in situazioni come Uno ha più o meno accennato.
Essendo azioni naturali, insomma, non vi dovrebbe essere alcun " perchè" che ne condiziona, se siamo fortunati ed attenti e lo vediamo, un modo di fare o di parlare. Dovrebbe il tutto scorrere fluido, senza alcun intoppo od ostacolo ma soprattutto senza aspettarsi un ritorno.
Mi chiedo quanto possano risultare frenanti le limitazioni che ognuno possiede dentro di se per le quali si può ad esempio condizionare la situazione: " Amo perchè voglio/spero essere riamato".
Ossia tutto ciò che crediamo far parte di noi, altro non è che la risultante di ciò che abbiamo vissuto ed anche metabolizzato, mi pare di capire ( se non è cosi chiedo lumi...o anche lumini ). Ora se in questa azione c'è un " perchè" che ha il sapore di contropartita, ciò esiste nella misura in cui, in noi stessi, non ne vediamo l'inizio.
Una volta trovata la fonte di questo meccanismo è possibile...come dire...resettare il tutto?
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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