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Vecchio 08-02-2007, 22.52.13   #47
Shanti
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La Giustizia, numero VIII, simboleggia la perfezione, è l’apice della serie dei numeri pari. Ricordiamo l’accumulo del 2, la stabilità del 4, la scoperta del piacere del 6: nell’8 non c’è nulla da togliere o aggiungere. L’8 nei numeri arabi è rappresentato da due cerchi sovrapposti: perfezione in cielo e sulla terra. Nella numerologia dei Tarocchi è il doppio di 4, un doppio quadrato: stabilità nel modo materiale e in quello spirituale.

Con la sua bilancia la Giustizia riequilibra la nostra vita, ma equilibrio e imperfezione non sono sinonimi di simmetria. I costruttori di cattedrali che usavano l’arte sacra, rifiutavano la simmetria ritenendola qualcosa di diabolico, e la carta delle Giustizia è strutturata asimmetricamente: la colonnina destra del trono è più alta di quella di sinistra e in cima si vede una piccola sfera giallo scuro che non compare nell’altro lato. La collana del personaggio sale di più verso destra, i piatti della bilancia non sono perfettamente allineati, la spada non è parallela alla colonnina del trono…

Osservando il movimento della bilancia si vedrà che è condizionato dal gomito di destra e dal ginocchio di sinistra della Giustizia. Questo si può interpretare in vari modi: un attributo negativo di ingiustizia, di falsa perfezione e di astuzia giustificato in certe letture, oppure si può pensare che con questo gesto la Giustizia ci inviti a non cedere al perfezionismo. La pretesa di perfezione è disumana, quelle che è perfetto è immobile e insuperabile, quindi la Giustizia ci invita a sostituire tale concetto di perfezione con quello dell’astuzia sacra che permette all’azione di essere dinamica e perfettibile.

La Giustizia è profondamente umana: i capelli rosa carne e il vestito che affonda nella terra la legano al piano terrestre. Ma la striscia bianca del copricapo rivela il contatto con la purezza divina; inoltre sulla corona vi è un cerchio giallo bordato di rosso, come un terzo occhio a indicare che opera in funzione di uno sguardo superiore. Questi punti indicano che la Giustizia possiede un punto d’incontro tra divino e umano.

La Giustizia, seduta sul trono, ha i due attributi di attività (la spada) e di ricettività (la bilancia), ed è la prima figura che guarda davanti a sé come se invitasse ad una introspezione, a un’immersione nel presente. Questo Arcano si allontana dalle rappresentazioni tradizionali della Giustizia con gli occhi chiusi: il suo sguardo incontra il nostro come uno specchio, come se volesse invitarci ad una presa di coscienza, per fare giustizia e noi stessi e regalarci quello che ci meritiamo.

Sotto il gomito c’è una macchia viola, colore simbolo della saggezza, dalla quale la Giustizia viene spinta. La luce azzurrina che si irradia dai piatti della bilancia indica che in essi si pesa la nostra spiritualità.

La lama della spada è anche azzurra, come a indicare che bisogna troncare il superfluo per separare ciò che è inutile.
Con la mano che sorregge la bilancia la Giustizia compie un atto sacro, un mudra in cui le quattro dita della mano, che rappresentano le 4 istanze dell’essere umano (pensieri, emozioni, desideri, necessità fisiche) si congiungono nel pollice: un messaggio di unità.

Sul vestito si contano nove triangoli eretti a forma di zampa di uccello, e sullo sfondo azzurro ricordano l’ermellino, simbolo di regalità, in questo caso di nobiltà dello spirito e dell’azione senza difetti.

Questo Arcano ci spinge a valutarci sinceramente: ci rendiamo giustizia? Siamo misericordiosi verso noi stessi e gli altri?
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