Discussione: Domenica sacrificale
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Vecchio 17-02-2011, 15.21.34   #8
diamantea
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Ho riflettuto sui coltelli in generale e mi son venute in mente due cose. La prima è che ho avuto sempre paura dei coltelli perchè mi taglio sempre, per me rappresentano un pericolo che non so gestire bene, per cui a casa mia non esistono lame pericolose. La seconda è che il coltello affonda nel cuore del cane. Uccide i sentimenti forse ma più mi ha fatto pensare alla leggenda dei vampiri che si uccidono veramente solo affondando nel cuore. Il cuore come fulcro di esistenza, una testa senza cuore non può sopravvivere ma un cuore senza testa si.
La mente coltello, vero l'ho detto altre volte che la mia mente è una lama affilata nei suoi giudizi e condanne. Ho letto che il coltello è un simbolo fallico in entrambi i sessi, se è vero è come se il femminile utilizza l'energia maschile per sopprimere gli istinti e poi me ne nutro la mente razionalizzando.

Se il cane rappresenta i miei istinti repressi in questo caso il femminile li uccide per sempre ma poi li voglio mangiare interiorizzandone forse l'aspetto razionale, speculativo.
Però insieme alla testa coservo pure lo sterno con il cuore ma privo delle zampe anteriori. Privo forse dell'azione attiva e affettiva degli istinti?

Nel sogno c'è pure la scelta dell'animale, il pollo realmente da mangiare, che deve essere mangiato per primo ed io ho un atteggiamento di gioco, quasi infantile. Non capisco perchè mia madre mi ricatta, se accetta la mia scelta devo rinunciare al cane. Io accetto la sfida per gioco, non riconosco il reale pericolo, lo sottovaluto, però davanti la realtà accetto le conseguenze senza fiatare e mangio il piatto. "Le cose fatte si mangiano" dice sempre mia madre, ed io mi appresto a mangiare senza rinunciare a nulla dei miei istinti, li devo ingoiare e lo faccio per intero. Tolgo solo il nero della pancia l'emotività che mi rende fredda, anestetizzata, insensibile.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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