Discussione: Ateismo
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Vecchio 29-03-2006, 12.57.17   #12
Ray
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sono daccordo con molte delle cose che dici Ellebi... solo alcuni punti invece...

Il fatto che chi compila i dizionari tenga conto dell'abuso e dell'incomprensione attuale di certi termini non li rende per questo precisi, tuttaltro. Chi intraprende anche solo i primissimi passi nello studio dell'etimologia ("senso vero delle parole") se ne rende subito conto. Le parole attualmente meno comrpese sono proprio quelle che vengono da concetti o pratiche antiche... direttamente dall'incomprensione degli antichi stessi. Il termine "iniziazione" (non è questa la see quindi accenno solo) è riferito in modo indissolubile ad una pratica spirituale... che i moderni lo usino per pratiche "profane" mostra solamente la loro più profonda incomprensione.
Comunque, come dici tu, non ha senso attaccarsi alle parole, ha senso cercare di capirsi.

Non esiste la possibilità di determinere oggettivamente l'esistenza di Dio, come non esiste la possibilità di farlo soggettivamente. Questo perchè sia il soggettivo che l'oggettivo non possono nulla per qualcosa che li trascende entrambi. Lo stesso concetto di "esistenza" che usiamo è limitato all'ambito nel quale lo usiamo... ambito che varierà al variare delle nostre possibilità... quindi stare li a cercare di capire se Dio esiste o meno è un assurdo (nel senso vero del termine).

Quello che invece trovo decisamente interessante è il tuo contrapporre l'archetipo di trascendenza alla paura di morire con la conseguente necessità di un "oltre". Effettivamente questo inquadra la discussione in ambiti psicologici. Forse abbiamo quagliato.
Sostengo che l'una non esclude l'altra. Anzi, se vogliamo, si determinano vicendevolmente... anche se sussiste la possibilità che in singoli individui sia manifestata solo l'una o solo l'altra, restando l'altro aspetto in fase potenziale... poi che sia nato prima l'uovo o la gallina è un non-problema, come risulta di ogni paradosso, a ben vedere.

Tuttavia ti dico come la vedo io, o meglio, una parte di come la vedo: nella struttura base della nostra psiche vi è un archetipo di "trascendente". Noi via via riempiamo questo archetipo (forma vuota) dei contenuti che possiamo (per apprendimento, esperienza, pensiero, speculazione, sentimento ecc. ecc.)... ad un certo punto questo contenuto può anche essere una specie di negazione... che però o sostituisce semplicemente l'idea di Dio con qualcos'altro (e abbiamo sempre dio ma con altri nomi) o procede nello svuotamento del precedente... ma non toglie l'archetipo. Una delle variazioni possibili è anche la partecipazione o meno della dualità me-altro da me in questo archetipo... e quindi nell'idea di dio.
Poi esiste, in altra sede della nostra interiorità, che non chiamerei "psiche", la paura di morire e il conseguente cercare una "salvezza" da questa paura. Siccome alla fin fine le nostre "parti" non sono separate, può avvenire una comunicazione delle due cose... che spesso genera notevole confusione. Credo che questo avvenga nella maggior parte della gente, la quale oltre ad avere una vaga e confusa idea di dio, si e no si rende conto di avere paura di morire.
Però questo non vuol dire che non si possa giungere ad una distinzione delle due questioni all'interno di se... la paura di morire e l'idea di trascendenza.
Bon per il momento m fermo... sento gli altri...

Ultima cosa, ma semmai ne facciamo un tread a parte... idee sbagliate? sbagliate rispetto a cosa? Alle realtà? O all'idea di relatà? Occhio su sta cosuccia... si rischia si precludersi possibilità inaspettate di comprensione...
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