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Vecchio 19-04-2009, 16.18.26   #9
jezebelius
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Un attimo però, davanti ad un cane aggressivo parte l'istinto, non c'è tempo per le sovrastrutture di intervenire, si reagisce, non si agisce. Se si agisse bisognerebbe sedersi quasi immobili per evitare che il cane ci aggredisca ed aspettare che si dimentichi di noi.

Il comportamento di cui parla G. è quello sociale, o almeno immagino che sia quello, in cui ciò che vogliamo si veda è riflesso nel comportamento che portiamo all'esterno, ma non solo, nell'aforisma si evince anche che solo nel nostro comportamento possiamo vedere la nostra immagine, parla di osservazione dei nostri meccanismi sociali di difesa, di concorrenza, di paura. Quante volte ci siamo sentiti dire: comportati bene! Si, ma bene come, rispetto a cosa e a chi?

Se una persona ha un comportamento incoerente, sappiamo da questo che è falso oppure che è una persona che sa cambiare idea e quindi intelligente?
Se una persona apparentemente ha un certo modo di fare con uno e con un altro uno diverso ha paura di essere accettato o si adatta alla situazione a seconda dell'interlocutore? Se una persona aggredisce è prepotente o ha paura?

Ecco il comportamneto rivela l'immagine sia esterna che interna.... Ma soprattutto rivela a noi come ci rapportiamo e perchè.
Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
E' facile no? Rispetto alla morale comune, perchè se devi comportarti bene ma non sei bene, per farlo (cioè comportarti) devi adeguarti a delle regole che non comprendi (se le comprendessi tu saresti il bene)

Cambiare idea è diverso da essere volubile, la prima è intelligenza, la seconda è opportunismo o comunque poca stima di se.
Per capire su un'altra persona dobbiamo ricordarci che le idee sono collegate, non se può cambiare una sola. Se cambiamo anche di un millesimo un'idea su una cosa inevitabilmente dovremmo cambiare un millesimo o più o meno anche su altro. Chi fa mostra di aver cambiato idea su una cosa sola, non l'ha cambiata realmente, si adatta, cerca consenso o simili, ma in realtà è rimasto come prima e alla prima occasione svelerà il suo vero essere.

Se ce l'hai di fronte basta guardarla negli occhi, se non ce l'hai di fronte: lo stesso
Quindi si può definire il com-portamento, come dicevo su, un involucro che riempiamo di volta in volta?
Nell'esempio del cane, che probabilmente forse non rende a dovere quel che volevo dire, si tende ad assumere un certa azione, appunto un determinato comportamento.

Cercando di rispondere a Ray, non credo che vada interpretato da chi guarda ( da chi osserva ) all'esterno quanto invece dallo stesso che agisce; da colui che mette in campo " quel " comportamento, quindi osservazione di se.

Nell'esempio/risposta di Uno a Sole, circa le regole da osservare, in effetti, pensandoci, se " sono " quella regola, sono divenuto quella non avrò necessità di comportarmi bene, in quanto, per l'appunto, la comprendo. Da ciò non " porto" nulla fuori ( nel comportamento ) poiché sono quella, sono il bene. La mia immagine è quella.

Si potrebbe dire la stessa cosa nel caso dell'istinto: il comportamento per quanto naturale individuerà un agire istintuale e pertanto è quella la mia immagine. Anche se quella è reazione ( lo è perchè non posso e non so fare altro ! ).
Ed è da questo che mi pare si possa dire che in fondo la propria immagine si può notare durante particolari periodi o momenti, come quello fatti nell'esempio.
Quel che sono, veramente, esce fuori. Se fossi "padrone" potrei scegliere quale comportamento - e quindi quale linguaggio - adottare per quel momento verso l'esterno.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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