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Vecchio 30-06-2009, 11.02.08   #20
Uno
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Originalmente inviato da stefano Visualizza messaggio
non è che si rischia di essere dipendenti anche dall'archetipo?
Non è che si rischia, lo sei fin dalla nascita, la nascita stessa è dare forma ad un archetipo.


Tornando al tema principale:
Daf dice: "E continuo a chiedermi che cosa, che cosa fà scattare quell'interruttore che trasforma una vita di sequenze temporali di fatti in un'avventura unica e straordinaria"

Bisogna prima approfondire casualità e causalità, quando la visione passa dalla prima alla seconda già un primo passo è fatto ma poi bisogna tornare indietro portando con se, in se, la visione e percezione della casualità senza togliersi la magia dell'imperscrutabilità dei piani superiori.

Lo so che sono stato criptico, ma se avessi scritto diversamente non sarebbe stato meglio, per esempio avrei potuto scrivere che......
l'umano medio normale pensa che gran parte della vita è caso
Alcuni si affrancano da questa visione e iniziano a vedere le cause, le cercano, le studiano etc... quelli che rimangono bloccati li diventano scienziati secondo la concezione moderna di scienza. Non grandi scienziati però.
Da questa condizione alcuni "tornano" indietro e ricominciano a vedere la poesia dell'Universo, ma se tornano senza la comprensione delle cause (o lasciando indietro questa) diventano Spirituali bigotti, che in varie forme si affidano ad un Dio anche quando dicono che non esiste.
Solo quelli che tornano, con la visione delle cause, ad apprezzare il caso riconoscendolo per quello che è realmente, possono realmente percepire il continuum della vita e coglierne la magia anche quando stanno rivolgendo lo sguardo a cosa banali.

Il sognatore concreto lo definirei, non il fantasticante, non il meccanizzato.
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