Discussione: cara mamma
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Vecchio 04-12-2010, 23.50.09   #150
dafne
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
C'è chi, per un motivo o per l'altro, fa fatica ad accettare l'autorità, che percepisce come qualcosa di eccessivamente limitante per i suoi bisogni comportamentali e/o espressivi. Abbiamo visto come le figure genitoriali possono ingenerare difficoltà da questo punto di vista e come sia poi difficile sottomettersi a una qualche autorità o a riconoscere l'autorevolezza quando la si incontra, scambiandola per qualcosa da combattere.

Il punto è che sottostiamo sempre a qualche autorità e se non la scegliamo noi sarà imposta, sotterranea, e molto molto più tirannica. Come ad esempio gli impulsi, o i sotterfugi della mente (che sempre agli impulsi si rifanno) o roba simile, che magari essendo interna non la percepiamo fuoiri di noi e ci dimentichiamo che è il vero nemico da combattere.

Prendiamo l'esempio scemo di Caio che vuole andare in giro nudo e che vede nell'autorità che glielo impedisce un'insopportabile limitazione all'espressione del "suo essere". In realtà, se non è in grado di sottomettersi alla volontà collettiva (o ad andarsene dove si può per farlo, ma anche questo è accettare l'autorità del luogo di partenza) è perchè è troppo sottomesso all'impulso di andare in giro nudo. E dal piacere che ne trae, o quello che è... magari a farlo gli cala l'ansia, non sappiamo. E non sa neanche lui perchè... ha l'impulso, vuole farlo (fa suo l'impulso) e poi razionalmente trova mille motivi naturalistici di cui sposa la filosofia ma che in realtà sono giustificazioni.

Noi possiamo percepire un'autorità come tirannica, e potrebbe essere davvero così. Ma attenzione, è così un'autorità che non ti permette di andartene dove non esercita. Potrebbe anche essere che il tiranno sia interiore e che proiettiamo questo percepito su chi l'autorità rappresenta.

Come dire, ma il discorso è appena agli inizi, che non si tratta di stabilire se accettare un'autorità o meno, ma a quale sottostare e se per propria decisione e no.
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Un padre autoritario/incoerente, cioè che esercita l'autorità in modo capriccioso e senza logica... ossia ad impulso... ossia che è molto soggiogato da questi e soggetto alla loro autorità, questo mi passerà. Un padre molto severo mi farà introiettare un padre severo e così via, indipendentemente dal mio atteggiamento razionale che potrebbe anche opporsi a sta cosa. O io potrei sentire questa pressione e lottarvici, ma alimenterò il conflitto in me, che poi si riflette nel conflitto esteriore, ma questo è abbastanza secondario.

Ma quello su cui volevo porre l'attenzione è che ad una o all'altra autorità ci sottomettiamo comunque, perchè non esiste una situazione in cui non ce n'è. Come ha spiegato Uno altrove l'autorità appartiene ad un insieme, categoria, struttura eccetera (l'autorità della famiglia, dello stato... a presceindere da chi la esercita) e qualcuno la eserciterà... e se non ci facciamo frenare la eserciteranno in nostri impulsi e faranno i tiranni. Noi possiamo scegliere a chi affidarci... e diventare autorevoli con noi stessi.
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Bene. Un altro piccolo passettino e il gioco è quasi fatto... (bon, poi si tratta di giocarlo).

Se convieni con me su quello che ho scritto, converrai anche che, di conseguenza, è necessario smettere di guardare al passato e cercare di modificare il genitore. Era autoritario, ok l'abbiamo scoperto, questo ci ha incasinati, abbiamo scoperto anche questo, ma altro non c'è, fine.
C'è da guardare all'interno adesso... e diventare autorevoli con se stessi, cosa che non siamo fino a quando guardiamo fuori e indietro. Ovviamente parlo dell'io, della sfera cosciente, non delle zone incoscienti, come il Se o altro. Io devo diventare autorevole, il resto non conta (o ci si ragionerà dopo).

Se sei d'accordo il passaggio successivo è... ach, la tastiera, ma porc...
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Esatto. Questa è in sintesi la prospettiva più elevata da cui possiamo posizionarci. E' un punto di arrivo e da qui il perdono è automatico... anzi, ci si rende conto che non c'è nulla da perdonare, ma che invece rischiamo di essere in debito pechè ci è stato dato proprio quello di cui avevamo bisogno.

E' un punto di arrivo quando ci si arriva sul serio, in questo senso molto elevato. Ma anche se ci si arriva per un misto di ragionamento e fede e lo si mantiene fino a che si tira dietro il resto di noi può funzionare egregiamente.

Mentre aggiusti la tastiera mi rileggo questa sequenza e cerco di farla mia.
Vedere quali sono le aspettative deluse dai genitori e sentire il dolore che queste non esaudite ci hanno e ci stanno provocando.
Realizzare che quello che è passato è passato e che ciò che non abbiamo avuto non lo avremo mai più.
Svincolare le persona che sono i nostri genitori dal ruolo che gli abbiamo dato e riuscire ad accettare che hanno fatto ciò che potevano e che ci hanno dato la cosa più preziosa che abbiamo e che mai avremo.

Adesso si tratta di cercare quello che non ho trovato in loro dentro di me, giusto? Perchè c'è, anche se non dovrebbe se non l'ho appreso, ma c'è.
dafne non è connesso