Discussione: ancora sull'amore
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Vecchio 27-05-2009, 10.21.34   #48
Uno
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
Sono molto d'accordo sul fatto che spesso più che di amore si possa parlare di illusione dello stesso, quasi come se ci auto costringessimo ad essere innamorati, anche se sotto sotto sappiamo che non è così...

Non innamorati, su questo è impossibile illudersi, nel momento che ci si innamora ci si innamora punto. E' di amare che ci illudiamo a vari livelli, dai rapporti genitori-figli ai rapporti di coppia, passando per la varie parentele fino a tutte le relazioni sociali di qualsiasi tipo. Ecco che nascono buonismi per cercar di dimostrare un amore verso il mondo che in realtà è soffocato. Sotto c'è, come detto sopra l'amore non nasce e non finisce, ma può manifestarsi (anche se come parola non rende tutto il concetto che vorrei esprimere) oppure no.
Quote:


Interessante la descrizione che dai dall'amore e dell'innamoramento come processo per superare la soglia di accettazione a vari livelli..
Ma quando dici riguardo all'amore " se c'è", questo esserci da cosa dipende? Da noi stessi o qualcosa di esterno che comunque lo crea?

Voglio dire il vero amore è quello che si raggiunge alla fine di un processo evolutivo personale o è qualcosa che già la si ha dentro e serve solo la connessione giusta per farlo venire a galla?

Lo sviluppo, l'evoluzione di un entità, che sia fisica, mentale, interiore etc... passa per due stadi che si ripetono (volendo pignoleggiare ce ne sono 4 stadi, ma fermiamoci ai 2 più evidenti) in cicli.
C'è il momento della concentrazione, dell'accaparramento dei materiali di vario tipo (cellule per una molecola, dati per l'intelligenza, esperienza per l'interiorità etc..), materiali che una volta elaborati dovrebbero essere redistribuiti nei giusti tempi e modi e, parentesi, in questo modo permettono l'evoluzione facendo spazio ad altri materiali (dare e ricevere nell'economia Universale non è regolato da registri manipolabili).

L'amore altro non è (so che a prima vista tolgo romanticheria, ma ad una seconda vista ne aggiungo molta di più e molto più reale, concreta) che il movimento, il motore che c'è tra due (o più) entità e relazionato (come possibile manifestazione) all'evoluzione dei due.
Il fatto che uno manifesti (o concretizzi) questa cosa oppure no, non significa nulla, l'amore c'è. Cambia che la relazione non può fruttare.

Quindi chiunque io troverò sulla mia strada può ricevere e dare amore su livelli diversi, amore che è già dentro noi (a livelli diversi ma c'è).
L'innamoramento (anche quando non eclatante ed evidente) è l'adattamento del corpo (in tutti i sensi non solo quello più visibile) a cedere dopo aver inglobato ed elaborato. Cedere quindi manifestare, amore.

La connessione è il particolare punto di unione che ho verso un'altra entità, si, questa a volte è molto evidente altre no, va scoperta, magari pulita. Quando ci si prende una cotta (vera intendo) questo punto di unione è molto forte, esteso se vogliamo, c'è una buona aderenza per sintonia, in quel determinato punto anche se poi razionalizzando scopriamo che tutto il resto di quella persona (ma anche di una qualsiasi altra passione verso persone, arti etc) non ci dice nulla.


Messa così può apparire estremamente razionale, in realtà nella vita il tutto scorre in maniera sublime, purchè appunto si lasci scorrere. Quindi se almeno con le persone con cui entriamo in contatto riuscissimo a dare e a ricevere in maniera naturale staremmo amando e continuando il nostro (e loro il loro) sviluppo. Per una serie di cose invece blocchiamo il processo, cosa necessaria per equilibrare la bilancia. Perfino l'odio è necessario se non si impara ad usare il solvere al posto della distruzione.

Mi fermo, ma il concetto è ancora al 5%
Uno non è connesso