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Vecchio 07-09-2009, 23.39.49   #15
Ray
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Originalmente inviato da Kael Visualizza messaggio
Il video che ha menzionato Grey mi ha incuriosito e sono andato a vederlo anch'io... Effettivamente c'è stata premeditazione perchè la lite non è avvenuta nel bar (non quella mortale almeno) ma padre e figlio, credendosi derubati dell'intero incasso, hanno preso il furgone e sono partiti all'inseguimento dei ragazzi con l'intento di farsi giustizia sommaria... Poi una volta raggiunti è partita la bastonata per "punire" i delinquenti, e non per difendersi...

Nel caso specifico devo dire quindi che non si tratta di leggittima difesa ma di giustizia sommaria come faceva riferimento luke. In pratica i due baristi invece di chiamare la polizia (forse l'hanno anche fatto, non so) si sono sostituiti ad essa ed hanno cercato di punire i colpevoli da soli.
Probabilmente comunque anche la polizia ha le sue colpe perchè se i due sono arrivati a tanto vuol dire che avevano perso qualsiasi fiducia nelle forze dell'ordine, erano esasperati, infatti la zona era risaputamente teatro quotidiano di furtarelli simili ma nessuno aveva mai fatto niente e in qualche modo si sono sentiti abbandonati...
Beh, se le cose stanno così, concordo con Kael. Non si tratta di difesa, dato che non erano in pericolo. Il furto l'avevano già subito, biscotti o incasso che fosse, ma non avevano subito danni fisici. Si è trattato di omicidio e a mio avviso con l'aggravante della vendetta. Stanno bene in galera, dove in ogni caso dovrebbero stare anche i complici del ragazzo morto.

Tornando al tema generale, ci ho un po' pensato e racconto una storiella che forse ho già racconato in qualche vecchio tread, ma veicola bene quel che voglio arrivare a dire. La storiella è ua specie di leggenda metropolitana dell'ambiente dell'aikido, arte marziale che ho praticato a lungo e che conosco piuttosto bene. C'è certamente del vero nelle basi della storia, anche se tramandandola sarà stata variamente romanzata. Ve la racconto come è arrivata a me.

Erano gli anni 50 a Parigi, l'aikido era appena giunto in Europa e, per farsi conoscere, la scuola di Parigi aveva organizzato una manifestazione con varie iniziative. Il punto forte era la presenza di un maestro giapponese, sessantenne alto poco più di 150 cm, che doveva dare l'esame di 5° dan (grado altissimo per l'aikido) e quindi c'era anche la commissione di maestri di grado superiore capace di giudicarlo. Al termine delle parti previste dalla tradizione, nel tentativo di colpire il pubblico, è stato chiesto all'esaminado, come per altro previsto per questi esami, di portare a termine una piccola "missione". Gli fu assseganto il compito di recarsi a piedi nella metropolitana a di attraversarla incolume. Parer che al tempo fosse territorio nero, qualcosa di simile al bronx americano, zona in cui la polizia non entrava.
Dopo essersi addentrato un po' nella zona non frequentata dal pubblico, si imbattè in un quartetto di omoni neri intenti a stuprare una ragazza. Il suo codice morale lo obbligò ad intervenire per difenderla. Ci fu uno scontro... raccontano che durò una trentina di secondi. Il risulato fu quattro cadaveri.
Al processo spiegò che lui non aveva mai visto uomini così grossi, che non sapeva di cosa fossero capaci o di che armi dosponessero, ma che era certo di doverli fermare, non per se ma perchè se avesse perso lo scontro, poi la ragazza non si sarebbe salvata e lui, avendola incontrata, ne era divenuto responsabile. Quindi, disse, non si potè permettere il lusso di provare a renderli inoffensivi recando minor danno possibile, come richiede l'arte, ma dovette ucciderli.
Fu assolto. E bocciato.

La storiella veicola quello che credo sia, in termini ideali, il limite della difesa personale. E' obbligatorio difendersi e difendere, ed è altrettanto obbligatorio arrecare il minor danno possibile, oggettivamente, pur ottenendo un risultato accettabile, ossia la salvezza propria e di chi si sta difendendo.
Questo, come detto, in termini ideali. Poi, nel pratico, si deve distinguere... concordo con l'assoluzione, ma anche con la bocciatura.
Il che significa che, per tutte le persone normali, che non cercano l'elevazione, sotto forma di dan marziale o sotto qualsiasi altra forma, vale il principio esposto dal maestro in tribunale. In mancanza di dati precisi devo prevedere la situazione peggiore, cosa palusibile se qualcuno mi aggredisce e comportarmi di conseguenza... o meglio, l'esagerazione va indagata e discussa, in certi casi anche punita, ma sempre meno di quanto va punito l'aggressore.
Ray non è connesso