Discussione: Criminale = malato?
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Vecchio 09-12-2009, 03.33.17   #21
Ombra
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Ombra, però così si rischia di fraintendere. Potrebbe sembrare che l'impulso a compiere un crimine venga necessariamente dall'io.
E' vero che i valori morali derivano dal super-io (complesso di influenze e forze interamente apprese dall'esterno... genitori, società, ecc.) ma è anche vero che l'io può introiettarli e che a quel punto diventano suoi (li ri-conosce come sintonici) e necessita sempre meno del super-io. Questo processo aumenta la scelta e cresce l'individuo.

L'io si trova a fare da tramite tra gli impulsi istintivi e la realtà e, per adattare il sistema, tende a frenarli quando risultano disadattivi. Il super-io aiuta l'io non ancora ben strutturato in questo compito, ma lo scopo sarebbe quello di diventare inutile. Traducendo, la crescita di un individuo dovrebbe portarlo a non compiere atti criminosi per scelta cosciente e non per timore del giudizio altrui, che poi è timore delle conseguenze che lui patirebbe, anche in termini di castigo.

Messa così, chi non commette certi atti perchè ne teme le conseguenze e non per scelta morale, non avrebbe ancora completato il processo di crescita.

Sono uscite cose interessanti finora, anche se la mia impressione è che si sia ragionato un po' troppo sul termine malato (giustamente) e si siano considerati poco i termini criminale, delitto, e "nel momento".

Ad esempio, cosa è un crimine? Cosa è considerato un delitto e perchè? Potrebbe essere utile guardare alle definizioni giuridiche, dato che queste da qualche parte devono pur derivare...
Tu stai parlando giustamente di una situazione ideale in cui ogni uomo capisce cosa è giusto e cosa no. Purtroppo, la stragrande maggioranza degli esseri umani (quasi sette miliardi), non comprende cosa è giusto e cosa no. Si limitano piuttosto ad un vivi e lascia vivere, nel senso fa quello che ti pare ma non pestare i piedi a me o ai miei interessi. La società per preservarsi ha pensato bene di far entrare in gioco delle regole morali strutturate quasi in dogmi di fede. E questo è un bene, perchè tiene a freno anche coloro che son più vicine alle bestie che agli altri uomini.

Infatti questi uomini-bestia si limitano, per essere accettati dalla società e questo è già di per sé un enorme deterrente.

Poi fai un discorso di Io controllato dal super-io e Io che ha assorbito le istanze del super-io. Questo solo nell'individuo adulto avviene. Solo dopo una lenta maturazione l'io assorbe le istanze del super-io e impara a distinguere il bene dal male. Oggi viviamo in una società in cui sia gli adulti che i più piccoli non hanno regole e quindi non si sta formando un super-io tale da condurre queste persone ad assorbirne certe istanze.

Riguardo al crimine. I crimini si distinguono in tre categorie.
- Una è quella dei crimini naturali contro la persona: omicidi, stupri, violenze in genere...
- La seconda è quella dei crimini tesi a smantellare la società così come ha deciso di strutturarsi: atti osceni in luogo pubblico, reati di pudore in generale e tutti quelli che creano piccoli o grandi fastidi ma che non producono ferite e lesioni fisiche alle persone (truffe, ingiurie ecc..). Qui rientrano anche i reati finanziari, e contro la proprietà privata, perchè in società capitalistiche il mercato ormai è dogma alla pari con il pudore.
- La terza categoria è quella dei reati contro lo stato e politici: atti di terrorismo, scontri con la polizia, evasione fiscale, reati contro i monopoli statali ecc...
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