Discussione: Sbagliare le domande
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Vecchio 23-02-2011, 23.27.29   #3
diamantea
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Secondo me la domanda contiene già la risposta. Nel momento in cui viene formulata da qualche parte esisterà una risposta e il mio essere lo sa, solo lo devo rendere conscio, chiedo perchè non so trovarla da sola oppure non mi so prendere la responsabilità di farlo.
Io sento che quando faccio una domanda ho già un'idea delle possibilità di risposte ma non riesco ad afferrare quella giusta ma su diverse risposte potrei sentire dentro qual è quella giusta per le mie possibiltà del momento.
Semmai mi pongo il problema di affidare la mia domanda ad un intelocutore che a parere mio potrebbe aiutarmi a trovare la risposta giusta. L'aspettativa nasce quando penso di aver trovato la persona che mi può dare la risposta. Se trovo un interlocutore di cui non ne conosco la sua reale capacità di rispondermi valuto la risposta, non è detto che quello che mi arriva sia un'esperienza da provare.
Poniamo che io sia in crisi esistenziale, chiedo a qualcuno cosa devo fare per uscire dalla crisi, poniamo che l'interlocutore mi risponda che devo buttarmi a mare con una pietra al collo... di certo se sentivo dentro forte questa risposta non avrei chiesto, ma l'avrei fatto. Se chiedo è perchè questa soluzione è estrema e voglio trovare alternative, non credo che qui non buttandomi a mare perda l'esperienza della suicida morta annegata.
L'aspettativa nasce quando si ripone una certa fiducia nell'interlocutore come capace di tirar fuori la mia risposta che in quel momento non vedo o non posso/voglio vedere.
Porre la domanda al Maestro vuol dire assoluta fiducia che ciò che ci risponderà, e la non risposta è una risposta, è l'esperienza che dobbiamo fare. Gurdy ne da tanti esempi.
Se la domanda non è posta al Maestro ma ad un insegnante quella fiducia totale viene meno altrimenti non ci sarebbe differenza tra un Maestro e un insegnante.

Un'altra cosa che vorrei dire è che chi ascolta la domanda, specie se è un maestro, sa già qual è la risposta ma dalla domanda che sorge nel momento, l'unica che può sorgere nel momento, decide se e come dare la risposta. Il discorso torna sempre alla fiducia. Se io faccio una domanda sapendo che qualunque sia la risposta me la darà in modo da rendermela accettabile perchè è al Maestro che la sto facendo, la accetterò anche se non corrisponderà alla mia aspettativa altrimenti non sono una discepola o l'altro non è il Maestro. Chi domanda si trova in una condizione di non sapere la risposta, chi risponde si trova nella condizione di sapere la risposta. C'è anche la responsabilità del saper chiedere e del saper rispondere che non è sempre facile nè nell'uno nè nel secondo caso.
Escludendo la comunicazione fra il discepolo e il Maestro intercorrono tutte le possibilità, tutte le domande e tutte le risposte, e tutti i trip del maestro che risponde e del discepolo che domanda creando tutte le distorsioni nella comunicazione che ogni giorno viviamo dal più piccolo al più grande, nei vari ruoli e vicissitudini e quesiti che ci poniamo dal cosa mangiamo a pranzo al cosa ne faccio della mia vita.

Ci sarebbero tante altre cose che vorrei dire...
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"

Ultima modifica di diamantea : 23-02-2011 alle ore 23.30.53.
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