Discussione: incoscio collettivo
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Vecchio 07-01-2005, 17.57.01   #12
Hariagne
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Perchè non sono io a contestare, ma tu scrivendo " quindi il fatto che questi grandi pensatori abbiano affermato l’esistenza di un incoscio collettivo non è un fatto scientifico, è semplicemente un’opinione, un’ipotesi gabbata per tesi, gabbata per affermazione di cosa in qualche modo provata; mentre questo non è"
Allo stesso modo potrei dire che la teoria della relatività è uni'potesi gabbata per teoria, non credi? Ma poichè la teoria della relatività è riconosciuta dalla scinza ufficiale non posso, devo essere io a dimostrare che non regge.

Comunque ti vengo incontro come posso. Adesso non ho qui i testi e non ho il tempo per una ricerca approfondita. Ti copio un paragrafo di una tesina che ho fatto l'anno scorso dove, parlando di archetipi, ho citato qualche passo di Jung sull'inconscio collettivo. Per ora ho questo a portata di mano. Quando posso ti copio qualcosa in più, ma il tempo di digitare tutto il saggio non lo avrò mai.

Empirico significa desunto dall'esperienza, dalla sperimentazione. Ricavato cioè, applicandoil metodo scientifico.



“Probabilmente nessuno dei miei concetti empirici ha incontrato tanta incomprensione come l'idea di inconscio collettivo. …
L'inconscio collettivo è una parte della psiche che si può distinguere in negativo dall'inconscio personale per il fatto che non deve, come questo, la sua esistenza all'esperienza personale e perciò non è un'acquisizione personale. Mentre l'inconscio personale è formato essenzialmente da contenuti che sono stati un tempo consci, ma sono poi scomparsi dalla coscienza perché dimenticati o rimossi, i contenuti dell'inconscio collettivo non sono mai stati nella coscienza e perciò non sono mai stati acquisiti individualmente, ma devono la loro esistenza esclusivamente all'eredità. L'inconscio personale consiste soprattutto di complessi, il contenuto dell'inconscio collettivo, invece, è formato essenzialmente da archetipi.
Il concetto di archetipo, che è un indispensabile correlato dell'idea di inconscio collettivo, indica l'esistenza nella psiche di forme determinate che sembrano essere presenti sempre e dovunque.” (Carl Gustav Jung, Il concetto di Inconscio collettivo)




Secondo Jung se i contenuti dell’inconscio personale sono i “complessi di tonalità affettiva” che costituiscono l’intimità personale della vita psichica, i contenuti dell’inconscio collettivo sono invece i cosiddetti archetipi. “Contenuti arcaici, o meglio ancora primigeni, cioè immagini universali presenti fin dai tempi remoti.” (C.G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo)
Secondo Jung l’archetipo può rimanere contenuto inconscio, ma molto spesso lo si incontra affiorato alla coscienza ed elaborato dalla cultura, sotto forma di insegnamento esoterico (tipica forma di trasmissione di contenuti collettivi) o rappresentato nel Mito e nella Fiaba.
“Invece la loro rappresentazione diretta, quale ci si presenta nei sogni e nelle visioni, è molto più individuale, incomprensibile o ingenua di quanto non sia, per esempio, nel mito. L’archetipo rappresenta in sostanza un contenuto inconscio che viene modificato attraverso la presa di coscienza e per il fatto di essere percepito, e ciò a seconda della consapevolezza individuale nella quale si manifesta” (C.G. Jung, Gli archetipi dell’inconscio collettivo)
A sostegno del concetto di inconscio collettivo, Jung si collega alla teoria degli istinti: “Né la concezione freudiana né quella adleriana negherebbero l'esistenza di istinti a priori comuni sia all'uomo sia agli animali, né la loro significativa influenza sulla psicologia personale. Gli istinti tuttavia sono fattori impersonali, diffusi universalmente, ereditari, di natura dinamica o motivante, che molto spesso non riescono a raggiungere per nulla la coscienza, così che la psicoterapia moderna si trova dinnanzi al compito di aiutare il paziente a divenirne cosciente. Gli istinti, inoltre, per natura non sono vaghi e indefiniti, ma sono forze motrici specificamente formate, che, molto prima che esista un qualsiasi grado di coscienza, e nonostante il grado di coscienza raggiunto in seguito, perseguono i loro scopi intrinseci. Essi assumono, di conseguenza, analogie così strette con gli archetipi, che vi sono in realtà buone ragioni per supporre che gli archetipi siano le immagini inconsce degli istinti stessi, in altre parole, che essi siano "modelli di comportamento istintuale"”. (C.G. Jung, Il concetto di Inconscio collettivo)


ciao
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