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Vecchio 11-03-2008, 22.30.41   #5
jezebelius
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Credo che sia un retaggio di un qualcosa che, bene o male, ci portiamo dietro.
Tutti penso, chi più chi meno, han pensato alla " sfiga " che tormenta, figlia di un qualcos'altro, come può essere la morte in questo caso, che si " diverte".
Il fatto è che comunque penso che questo sia un argomento complesso e che non si può risolvere in poco.
Però, tornando per un attimo alla mancanza di assunzione delle responsabilità, fare questo, metter in campo una responsabilità che non " può essere " mia, mi lavo le mani, sposta un po il problema; sempre se si tratta di problema.
Se attribuisco ad altro il peso di ciò che sto passando, la mancanza di senso, come dice Astral, è questa.
Penso che si possa partire da due punti fondamentali ossia la nascita e la morte.
Tutto quello che c'è nel mezzo potrà essere "riempito" con varie azioni, comportamenti, pensieri o che altro ma nulla scamperà alla morte stessa, a prescindere dal tempo che ci metto per arrivarci.
In fondo ciò che credo essere giusto per la mia comune, normale visione delle cose, per me, non è altrettanto Giusto dal punto di vista, anche, se vogliamo rimanere in questo ambito, della morte o quindi per Me.
Credo che siamo sempre stati convinti di vivere quando nel cercare di arrivare a fare quello che abbiamo nel cassetto o semplicemente soddisfare ciò che in quel momento vuole essere soddisfatto, quasi fosse brama di qualcosa, lo si fa o ci si accorge che non si riesce.
Non dico che sia sbagliata questa brama, anzi ognuno fa quel che può ma certo, a questo punto, mi chiederei perchè se faccio una cosa me ne capita di fare un'altra o perchè mi piace andare in moto, poi dopo a causa di "una serie di eventi" non ci potrò più andare.
Capisco che è molto semplice dare la " colpa " ad altro anzicchè attribuirla alle mie azioni, anche perchè sicuramente ho difficoltà a vedere o anche solo averne la percezione che tutto ciò che mi vede protagonista, in fondo, l'ho scelto ( si fa per dire ) io.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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