Discussione: Percezione e coscienza
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Vecchio 12-03-2010, 18.38.03   #155
Uno
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Come ? AH forse ti riferisci a quando il neonato distingue l'altro da se' sicche ' prima deve percepire l'altro e poi se'?


Ma CARTESIO , per risalire dal molteplice alla causa prima non puo' arrivare che a se' , altrimenti a che altro .
Aspetta, dobbiamo metterci d'accordo su cosa intendiamo per "prima".

Intendo la prima cosa, la meno elaborata, più semplice etc.. che ci fa sapere di esistere.
In questo senso intendevo che il pensiero non è la prima. Anche se sto senza pensare (non è semplice ma è possibile) sia che per pensiero intendiamo il brusio di sottofondo che reale pensiero volontario (merce più rara) io so di esistere, anche se quell'io non è ciò che comunemente si intende.
Con il pensiero comune abbia già la consapevolezza di quell'io molteplice che racchiudiamo in quello che comunemente chiamiamo io.

A dirla tutta la vera consapevolezza dell'esistere la si ha, se la si ha, malgrado il pensiero, il pensiero però è un'ancora a cui aggrapparsi.

Il neonato quando percepisce l'altro si prepara a percepire se stesso per la prima volta, si, vero. Percepirsi come immagine costruita ed elaborata dai filtri culturali etc..
Con il pensiero "di Cartesio" si tolgono dei filtri, ma si può andare oltre senza arrivare alla realtà ultima, che poi come ha giustamente scritto Cento (non precisamente così, ma il senso è quello) è il nulla che è Tutto allo stesso modo in cui il Tutto è nulla.
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