Discussione: Elaborare un lutto
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Vecchio 06-05-2010, 15.05.09   #52
Ray
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
ti pare di morire ed è reale quello che provi.

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la sensazione di non riuscire a sopravvivere senza l'altro
Ecco, questa cosa della sopravvivenza sta prendendo una proporzione più reale. Come avete visto, e alla fin fine tutti avete detto anche se con prole diverse, si tratta di sensazioni, di emozioni, che sono connesse alla dipendenza presente nel rapporto che si interrompe.
E' evidente che, nell'elaborazione del lutto, questa dipendenza, quale fattore presente nella relazione, va anch'essa elaborata. E' altrettanto chiaro che potrebbe darsi di rendersi conto di questa dipendenza solo quando ci ritroviamo senza la persona.
Ma di sopravvivenza vera e propria si tratta solo quando senza l'altro si muore.
L'esempio di Sole, comune a molti anziani purtroppo, per il quale al mancare di uno dei due l'altro tende a lasciarsi morire dopo poco è assimmilabile... nel senso che c'è dipendenza, ci potrebbe essere anche dell'altro (mancanza di altri scopi ecc.) ma chi resta potrebbe anche continuare. Se si lascia andare in qualche modo ci mette del suo, non è per forza così.
Diverso, ovviamente, il caso del neonato che resta solo al mondo... in un'ipotetica assenza di società che se ne occupa non sopravviverebbe.

Questo perchè al dipendenza è una condizione dalla quale partiamo, dipendenza fisica proprio, e dalla quale dovremmo sottrarci crescendo. Purtroppo non sempre ci riusciamo del tutto.

Vediamo l'ordine naturale delle cose... che è perdere ad esempio i genitori quando siamo adulti, e quindi non diventando, per questa perdita, "orfani" (nessuno aveva colto lo spunto su questa parola... vabbeh). Dovrebbe essere una perdita che, pur facendoci male, è non troppo difficilmente elaborabile, dato che non abbiamo più bisogno di loro.
Vediamo la cosa del compagno/a... già la parola la dice lunga, compagno. Qualcuno che condivide con noi determinate cose, ad esempio la vita familiare, l'abitazione, sentimenti, scopi come crescere i figli eccetera. Ma compagno significa che due adulti, ossia persone indipendenti o potenzialmente tali, decidono di stare assieme. Chiaro che si condividono anche i bisogni, e chiaro anche che in due è meglio che da soli, è più facile, più piacevole, più interessante. Ma restando soli, pur diminuendo giocoforza il livello generale, si dovrebbe essere in grado di cavarsela. Perlomeno per quanto riguarda quelle cose che si dovrebbero fare da soli, come la sopravvivenza personale, prendere decsioni eccetera.

C'è un ma, ed è un ma grosso, e lo so che adesso butto una bomba. La questione figli. I figli si fanno in due e si tirano su in due. Non è possibile, stando alla natura, fare figli da soli, e, anche se è possibile tirarli su da soli, la natura in qualche modo non prevede questo e la società si è conformata in modo da scimmiottare più o meno consapevolemente la natura.
L'ordine naturale delle cose infatti vorrebbe che si perda il compagno, se deve accadere, quando i figli sono adulti e non hanno più bisogno dei genitori. (sto parlando di morti, non di separazioni, che lasciano a disposizione dei figli entrambi i genitori e che comunque sono decisioni prese dagli interessati, in linea di massima). E' chiaro che la condizione di vedovo/a con fligli da allevare è molto difficile e, forse, la naturale tendenza, è quella di rimpiazzare inn qualche modo il partner perduto.

Tuttavia, la condizione reale, facile o difficile che sia, in cui ci si viene a trovare dopo la perdita è parte integrante dell'elaborazione del lutto. Andrebbe esaminata in ogni suo dettaglio e affrontata di conseguenza... e per farlo occorre accettarla come nuova ma attuale condizione in cui ci si trova, come nuova realtà.

Anche la relazione va analizzata, compresa, e dato che è finita si può cercare di trarne un senso... poi va smontata. Qualche tempo fa, parlando d'altro (forse neanche tanto diverso) con Filo, ho paragonato le relazioni a ponti che collegano isole, dove le isole sono i singoli umani. Dicevo che quando uno muore è come se l'altra isola, quella che c'è dall'altra parte del ponte, fosse affondata. E' necessario quindi smantellare quel ponte, perchè ora pesa su una sola isola e può farle dei bei danni.
Chiaro che il nuovo equilibrio comprenderà la mancanza di tutto quello che dall'altra isola, tramite quel ponte, arrivava. Dai generi alimentari, ad altri tipi di nutrimenti meno materiali. Ed è anche necessario trovare dove mettere quel che noi, attraverso il ponte, mandavamo di là.
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