In effetti Dafne hai detto una cosa che un pò mi suonava pure a me... la condizione "bacchette lunghe" sia in inferno che in paradiso... infatti sà di purgatorio.
Quando afferma che "il paradiso era un salone assolutamente identico all'inferno" mi colpì come frase.
La bacchetta lunga è condizione di dannati e di beati?... questo afferma la storia e su questo mi è nato un ragionamento.
Ma se i dannati si proponessero una condizione, come dire un contratto per cui se io imbocco te, poi tu "sei costretto dal contratto" ad imboccare me... allora anche all'inferno si mangerebbe?
Nella società vi sono leggi che in qualche modo regolano questo reciproco scambio... se non vi fossero leggi che vincolano il cittadino (ad osservarle) allora sarebbe un inferno. Ad esempio il codice della strada impone regole che se non fatte rispettare creerebbe un'inferno di automobili.
Nel paradiso non serve dire cosa è giusto fare per "mangiare"... mentre all'inferno serve porre delle leggi per regolare lo scambio di cibo, se così non fosse si morirebbe di fame.
Son andato OT...