Discussione: Intenzione e Volontà
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Vecchio 03-02-2007, 20.40.28   #19
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio

Comunque il concetto è che esiste un ritardo tra ciò che sta accadendo e la nostra percezione, lo possiamo quantificare in due segmenti il primo è la distanza tra noi e ciò che sta accadendo e che quindi che sia pure un millisecondo o un nanosecondo comunque c'è, il secondo segmento è il passaggio dell'informazione attraverso i nostri neurotrasmettittori... idem millisecondo o nanosecondo etc...
Il secono segmento è soggettivo e dipende dalla nostra famosa presenza di riflessi, l'unico modo per annullarlo completamente sarebbe di avere la coscienza nella 4° dimensione: ciò che pensiamo/percepiamo sta accadendo... il famoso qui e ora.
Invece comunemente abbiamo un ritardo benchè minimo...
nell'esempio del basket nel momento in cui percepisco il mio finire del movimento, essendo un movimento veloce, la palla è già partita, se io non proseguissi il movimento oltre rischierei (non è detto, ma succede) di fermarlo prima.... il proseguire è in pratica un margine di sicurezza per evitare di terminare il movimento prima ed in maniera errata... ma la palla è partita... non la indirizzo ancora.
Questo discorso può aprire nuove prospettive sul modo di dire "presenti a se stessi"
Allora resetto tutto e cerco di spiegare sta cosa nella speranza di averci capito qualcosa.
Mi sembra che allora si parli di " percezione".
Uno ci dice che il " qui ed ora" è difficile da percepire a patto che non ci si trovi, con la coscienza, nella 4^ dimensione.
A questo proposito, volevo chiedere, quando parli di segmento e della possibilità di annullarlo ti riferisci solo al secondo segmento, quello soggettivo, o all'intero quindi oltre al soggettivo anche il primo ossia la distanza che c'è tra noi e ciò che sta accadendo?
Continuando e cercando di fare un ragionamento su sta cosa per quanto mi è possibile, il nanosecondo che ognuno si porta di ritardo percettivo non è altro che la punta dell'iceberg. In sintesi tale ritardo altro non è che il "tempo", mi pare di capire, e questo piccolo spazio, che si trova nel primo segmento come nel secondo, essendo per l'appunto impercettibile lo si vive come se stesse accadendo in quel momento: ecco perchè nel lancio della palla il cestista, o chi altro in altra azione, " crede" che quello sia il presente non ponendo alcuna differenza tra quel che sta facendo, presente, e ciò che è appena passato, anche se da poco.
Questo nanosecondo, insomma questo spazio che divide il momento percettivo, su grosse distanze si trasforma nel tempo che conosciamo, dunque passato, presente e futuro ma sostanzialmnente se fossimo nella 4^ dimensione non ci sarebbe differenza, o se vogliamo nessuna discrepanza tra i momenti poichè tutto sarebbe " qui ed ora"!
Il discorso probabilmente si potrebbe anche intrecciare col discorso della velocità della luce.
Questa viaggia a 300.000 Km/sec ma la percezione che di essa abbiamo è legata, come tutto del resto, ai segmenti di cui si è parlato sopra.
Riportando il tutto all'interno della discussione si potrebbe dire che il tempo "falsa" il risultato giacchè è una semplice illusione affermare oggi, ad esempio, un desiderio e realizzarlo dopo due anni. Saranno passati si due anni, per il tempo terrestre ma sostanzialmente è come se quel desiderio l'avessi affermato nel momento in cui si realizza. Cioè come se lo spazio non foss'altro che una distanza fittizia tra l'affermazione e la realizzazione.
Insomma come una specie di eco: la voce si estende fino al punto che non trova un ostacolo, appunto l'obbiettivo che voglio realizzare, tornando con esso indietro; tanto maggiore sarà distante l'ostacolo tanto maggiore la realizzazione dell'obbiettivo. Annullare la distanza, annullerebbe conseguentemente anche il tempo di viaggio di estensione della voce.
Forse ho usato un esempio del cavolo o peggio ancora ho toppato. Attendo ad ogni modo chiarimenti.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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