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Vecchio 10-03-2009, 23.53.06   #2
Ray
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Le problematiche da cui la discussione nasce le conoscono tutti e molti ne fanno esperienza nel lavoro, da una o dall'altra parte.
Conciliare le esigenze della famiglia a quelle lavorative è sempre più difficile, io dico che è quasi impossibile fare bene entrambe le cose e questo non può che impoverire progressivamente entrambi gli ambiti. D'altra parte, lo vediamo sia quel che sta succedendo alle famiglie (sempre maggiore frantumazione e sempre maggiori problemi ai figli) e nell'ambito lavorativo (difficoltà a trovare, difficoltà ad arrivare a fine mese anche se si lavora, fretta dominante e chi più ne ha più ne metta).

L'embrione di idea verte sul fatto di assumere un'intera famiglia per avere un solo lavoratore. Questo perchè un lavoratore completo è un uomo o una donna che vivono in una situazione stabile e più o meno soddisfacente. Con questo non intendo assenza di problemi... intendo possibilità reali e concrete di affrontarli e risolverli quando si presentano... insomma la possibilità di seguire il proprio flusso.

Potrebbe sembrare che sia solo una questione di soldi. In effetti ci sono dei lavori che permetterebbero già questa cosa che propongo... alla fin fine se consideriamo un lavoro il cui stipendio basta (e magari avanza) a mantenere un'intra famiglia, come dirigenti per esempio, mancherebbe solo l'accordo tra le parti della famiglia che preveda il sostegno del nucleo da parte di tutti i membri... insomma tutto ritornerebbe in mano ai singoli componenti nel nucleo.

Tuttavia così non è. Sappiamo che anche queste famiglia si frantumano, con conseguenze nefaste in tutti gli ambiti, quello lavorativo compreso.
Ritengo che non basti disporre di uno stipendio alto (diciamo il doppio di un buon stipendio), quel che occorre anche è il riconoscimento della situazione. A livello di collettivo. Quindi sociale, giuridico, eccetera... altrimenti fin che va tutto bene ok, alla prima difficoltà si presentano le situazioni descritte da Gibbi (nell'altro tread): chi ha lo stipendio è il forte, l'altro il debole. Gli accordi presi magari romanticamente in privato puff, come non esistessero.

Invece un accordo di mutuo sostegno al lavoratore esterno alla famiglia, con relativo riconoscimento del ruolo sostenuto dagli altri membri che restano interni, per così dire nell'ombra, tutelerebbe non solo i vari membri, ma anche il datore di lavoro. Tutelerebbe di conseguenza l'istituzione famiglia e si verrebbe a sancire uno dei punti fondamentali perchè di famiglia si possa parlare: scopi comuni dichiarati (gli altri sono amore e accettazione di tutti verso tutti, ma questi non possiamo metterli a contratto. O Si? Mo' ci penso eh...).

Come dire che se io assumo una persona faccio un contratto con tutto il nucleo familiare (diciamo per semplicità marito e moglie, ma potremmo considerare anche nuclei più estesi) e pago entrambi. In cambio il lavoratore viene sostenuto nella sua prestazione fuori casa, viene agevolato, se deve lavorare molto lo può fare ecectera. Non solo, l'altro dovrebbe comunque interessarsi a come vanno le cose, dato che anche lui in un certo senso lavora per lo stesso datore. Un ambiente casalingo sereno può fare molto anche per la risoluzione di problemi lavorativi... soluzione che non si riesce a vedere bene finchè ci si è immersi. Invece, magari, tornando a casa e raccontando, ascoltando oltre che parlando, può saltar fuori qualcosa di buono. Ma bon, questo sono dettagli... ho detto sta cosa solo per far intravedere le svariate possibilità di benefici aggiunti. Ognuno può immaginarne parecchi.

Mi fermo, anche se avrei moltissimo altro da dire, perchè il post è lungo e perchè verrei coinvolgervi... sia per trovare i vari pro che non ho detto e/o non ho pensato, sia soprattutto per i possibili contro, in modo da vadere se sta cosa si regge o no.
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