Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Se il tempo (se, retorico) si misura con le modificazioni* dell'entità che ne è coinvolta, perderne che significherà?
*= inteso nel senso che a seconda del grado di vita dell'entità si va dal semplice decadimento, es materia inerta, al massimo livello atomico ove si possono fare esami tipo quello del carbonio 14, alle modificazioni di forma del regno vegetale, es rami che crescono, anelli del tronco che aumentano etc unite sempre al decadimento, per arrivare al regno animale che oltre al decadimento può fare esperienza, esperienza più istintiva nell'animale, più o meno cosciente nell'umano
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Mi sembra di aver capito che il tempo, insomma, è relativo anche per il tipo di entità coivolta. C'è, esiste, uno scorerre di questo " tempo" per ogni livello di una entità ma lo scorrere o non viene percepito poichè talmente lento, come nel caso della roccia quale materia inerte, o, all'estremo, ne viene percepito il passaggio, come nell'uomo e quindi forse a questo è collegata l'esperienza.
Se la percezione, allora differente, contiene in se una modificazione dell'entità che racchiude una determinata categoria, perdere tempo potrebbe significare " perdere " una esperienza ossia perdere un passaggio, quindi divenire inerti come la roccia che non ne vive, appunto, il passaggio. Un rallentamento a tal punto che porta con se anche un cattivo approccio di me col tempo che mi circonda e nel quale sono immerso. Una disarmonia, insomma, tra me ed il tempo che, necessariamente, esiste.