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Vecchio 05-04-2009, 23.54.04   #10
Ray
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Dobbiamo anche tenere presente che per quanto estrosi, fantasiosi, innovativi, creativi etc... possiamo essere, in una vita pochissimi potranno essere gli atti, almeno per noi, realmente nuovi. Come nell'esempio sopra il primo respiro sarà una cosa nuova, dal secondo in poi no, il primo succhiare il latte è una cosa nuova, il secondo no... potremmo continuare con tutto.
Quindi bisogna comprendere un paio di concetti, abitudine ed automatismo se corrono spesso sullo stesso binario non è detto che debbano per forza essere sempre insieme. In estrema sintesi l'automatismo è qualcosa che che non possiamo fare assolutamente a meno di evitare. Il procedimento automatico è quello in cui determinate azioni seguono per forza (automaticamente) altre azioni.
Facciamo esempi: se io la mattina appena alzato bevo il caffè e poi mi accendo una sigaretta (esempio eh, io non fumo e non bevo quasi mai caffè) e cascasse il mondo ho da farlo, questa è abitudine ed anche automatismo... se una mattina accadrà un imprevisto che mi cambia la dinamica starò male... il male poi non è detto che debba essere un attacco cardiaco , potrebbe anche essere un istante perfino poco percettibile.
Se invece tutte le mattine seguo lo stesso iter, ma volendo posso decidere di non fumare la sigaretta sia perchè succede qualcosa, sia perchè mi gira di fare un'altra cosa, e se non sto male neanche per una frazione di secondo... ecco che questa è un'abitudine ma non un automatismo.
Spero che sia chiara la differenza. Se lo è da qui possiamo cercare di sviluppare il resto del discorso.
Se ho capito quanto dici abitudine e automatismo son di diverso retaggio... poggiano quindi su cause differenti.
Un'abitudine, sostituibile con altra abitudine, sembrerebbe essere causata unicamente dalla ripetizione. Ossia, sperimentata un'azione favorevole (o semplicemente non sfavorevole), essa viene reiterata e dopo un certo numero di ripetizioni, "passa" ad un livello per il quale vien si più semplice agirla che non agirla, senza però causare sofferenza se non viene agita.

L'automatismo invece è legato a doppia mandata con i meccanismi che lo generano e la modifica causa sofferenza. Viene quindi da pensare che le cause di un automatismo non si limitino al semplice ripetere un'azione, ma poggino su qualcosa ad altri livelli, più profondi del piano visibile in cui si manifestano i risultati dell'automatismo.
Se quindi ci sono motivazioni inconsce per il suo prodursi, motivazioni che possono essere compensative, ecco spiegata la sofferenza dell'interruzione... e, dall'altra parte, la valenza "terapeutica" della modifica: toccando uno arrivi all'altro.
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