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Vecchio 03-10-2006, 10.01.55   #3
griselda
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L’essere umano si adatta, è come se avesse al suo interno un programma di adattabilità che lo anestetizza dentro.
Per sopravvivere si anestetizza la coscienza.
Un bambino ad esempio che subisce continue violenze, che possano essere psicologiche o non, per sopravvivere inizia a chiudere i suoi occhi interni. Si ritrova cieco ancora prima di esser diventato adulto.
Basta vedere cosa si insegna ancora in alcuni paesi istillando la violenza attraverso la violenza e di conseguenza l’odio e la vendetta. Cosa si semina si raccoglie. Poi può avvenire che ad un certo punto arrivi una nausea tale che ti porti a svegliarti da quel torpore, ma questa è un’altra storia.
A volte però non tutti diventano campi di gramigna nei quali è più facile vederla. Altri sono seminati anche con semi diversi e allora nasce il desiderio di voler essere solo un campo di grano e si inizia a fingere di non vedere la gramigna che però subdolamente lavorando sotto sotto soffoca il grano. A quel punto se non si riconosce cosa si è in realtà si finisce per fare di tutta un’erba un fascio e questo porta all’errore, alla falsa coscienza di se.
Ci si deve trovare davanti alla necessità per vedere come ci si potrà comportare con una coscienza annebbiata.
Se non si è in grado di rilevare la gramigna non si sarà neppure in grado di non raccoglierla insieme al grano.
E non volendolo fare ci si troverà con un pane indigesto.
Come ha detto bene già altrove la nostra “Reddina nazionale” il sonno è contagioso.

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