Discussione: Parliamo dell'istinto?
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Vecchio 30-04-2010, 18.27.32   #18
Ray
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Vedo adesso che il discorso si era fermato su qualcosa che avevo detto io quindi magari lo riprendo.

Se fossimo nellla sezione psicologia dovremmo limitarci a guardare agli istinti come alla serie di pulsioni interne, legate alla corporeità e condivise con glli animali, che ci si palesano come istanze comportamentali.

Ma siccome siamo in esoterismo possiamo anche guardarli come correnti vitali che dall'alto "scendono" nella corporeità e risalgono alla coscienza sotto forma di istanze legate alla materia, e che in qualche modo ci spingono ad esperire e a mentenere e migliorare le condizioni per poter esperire. Da questa discesa e risalita la loro forza e la conseguente possibilità di venire usati, o meglio di usare la forza di cui sono dotati, per funzioni più elevate. Se ci limitassimo alla visione psico-materialistica non si potrebbe parlare ad esempio di sublimazione.

Tuttavia primma parlavo di istinti espansivi e coontrattivi, forse scegliendo male i termini non so, in ogni caso mi riferivo a spinte verso il fuori/crescita/espansione dell'io e a spinte opposte. E' infatti presente in noi un istinto o serie di istinti che ci spingono a ritornare nell'indifferenziato, all'inerzia se vogliamo vederla da un'altra parte e che in qualche modo bilanciano quelli espansivi.
Quell'indifferenziato di cui abbiamo parlato un po' quando discutevamo della fiaba della piccola fiammiferaia... quell'indifferenziato dal quale ci stacchiamo per esperire e contro il quale cerchiamo di costruirci un'individualità e che però continua a chiamarci indietro senza che sia raggiunta... promettendo una specie di "pace ddel non essere" per dirla in modo un po' romantico.
Per contro abbiamo un istinto che ci spinge verso fuori, verso il mondo, verso l'altro da noi, che rischia di possederci e che tende a farci inglobare/possedere/mangiare ciò che è appunto altro da noi ma che vorremmo diventasse noi.
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