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Vecchio 24-01-2007, 23.43.07   #3
Ray
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Riprendo questa discussione che era interessante... peccato che sia stata lasciata cadere (d'altra parte posso capire che uno si stufi di fare un monologo) e provo a metterla sotto un altro punto di vista.

La faccenda del micro e del macro è arcinota in ambienti che si occupano di cose esostrane (come direbbe il topastro) ma a cosa serve?

Si sa che è una legge di analogia, anzi La Legge di analogia (come in alto così in basso ecc.ecc.)... bene ma allora?

Viene da pensare di primo acchito (e lo dicono da tutte le parti) che serve allo studio e alla comprensione. Data una certa analogia, un certo rapporto micro macro, se capisco uno capisco anche l'altro e viceversa... quindi posso guardare nel micro per scoprire il macro e guardare nel macro per scoprire il micro. Bene. Verissimo e utilissimo. Ma è tutto qua?

Io dico di no. Dal mio punto di vista se ho trovato un'analogia e capisco come cambia il macro allora so come cambia il micro, o come dovrebbe cambiare, o potrebbe cambiare... o come posso fare per cambiarlo.

Una delle analogie più usate (e più interessanti da sto punto di vista) è quella di considerare micro l'interno e macro l'esterno. Anche se è un po' forzata (poi magari spiego perchè) se uso micro come me stesso e macro come tutto il resto posso ottenere dei notevoli indizi su come dovrei cambiare... e anche su come posso fare.

D'altra parte inconsapevolmente lo facciamo già... la ballerina vorrebbe essere leggiadra come una gazzella e qualcuno vorrebbe splendere come il sole o profumare come un fiore.
Molto meno inconsapevolmente, per esempio, le arti marziali copiano i gesti di certi animali o della natura per imparare a muoversi più efficacemente. Ma questa è solo la buccia...
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