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Vecchio 27-04-2007, 22.55.43   #52
Ray
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Originalmente inviato da MoonCat Visualizza messaggio
Ho studiato a lungo queste teorie e anche cercato di mettere in pratica le dottrine create appositamente per "percepire" quello che rimane, in noi stessi, quando corpo e mente "dormono". Per questo continuavo a ripetere a Uno che il mio comportamento (inteso come azione dell'incarnato) non si modificherebbe a secondo di quello che potrebbe esserci nell'aldilà e ho parlato poi di cercare un contatto con l'incarnante, copro astrale, anima, quel che l'è isomma.


Esatto, concordo su tutto.
Se immaginiamo l'incarnante come una delle foglie di un albero (lo Spirito), ignara, a livello conscio, di essere parte di esso, per evolversi ed accrescere il suo grado di consapevolezza ha bisogno di entrare in contatto con l'energia vitale che l'albero le trasmette durante il suo ciclo di vita, e, una volta che la foglia cade e muore diventa humus e torna ad alimentare le radici dell'albero stesso.
Ecco, questa dell'albero è buona. Per la foglia, anzi per le innumerevoli foglie (incarnazioni) l'albero è immortale, ed è anche la loro origine.
Qui però trattiamo di una foglia che, a differenza della altre che non se ne preoccupano, si domanda perchè nasce e muore. Dobbiamo anche presumere, se volgiamo mantenere la metafora, che la foglia non ha percezione diretta dell'albero.
La nostra ipotesi successiva verte sul fatto che questa foglia venga a scoprire la possibilità di diventare essa stessa albero e, quindi, non si accontenti più di diventare humus morendo, anche se finirebbe col nutrire l'albero. Infatti presumiamo che, seguando il destino di tutte le foglie inconsapevoli, la nostra foglia speciale muore (perde coscienza di se... così iniziamo a dirlo), viceversa se muta in tempo, permane e si sposta al livello dell'albero.
La coscienza in questo caso non morirebbe con la foglia (corpo fisico) ma, dato che ormai la foglia è identificata in altro, permarrebbe con questo altro, ad un livello più diciamo ampio di prima.

E' chiaro che, se supponiamo la coscienza attualmente supportata dal corpo fisico, al cessare di questo di funzionare, necessitiamo di altro supporto più permanente in cui veicolare detta coscienza, che poi siamo noi.

Se prendiamo questa per buona il problema si sposta in questo modo: io sono la mia coscienza, il mio corpo muore, io forse posso evitarlo. Mi serve un altro veicolo da far funzionare alla morte del mio corpo (e magari da allenare prima, ma questo è irrilevante ai fini del tread). Questo veicolo esiste già? Devo presupporre di si, almeno a livello potenziale, altrimenti non avrei possibilità e il discorso diverrebbe sterile.

Il fatto è: se questo veicolo esiste, esso sicuramente, non è al momento adeguato a supportare la mia coscienza. Questo per un motivo molto semplice: se lo fosse, dato che il veicolo si pone a contenitore del fisico, quindi ad un livello più ampio, sarebbe quello con cui mi identifico di già.
Quindi se il veicolo esiste esso non è adeguato a supportarmi.

Due son le cose, anzi tre. O devo modificare il veicolo o la coscienza o entrambi (potrebbero corrispondere però).
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