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Vecchio 02-02-2007, 00.05.10   #2
jezebelius
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Originalmente inviato da RedWitch Visualizza messaggio
Prendo in prestito le parole di Era (poi te le restituisco Era ) nel post semplicità:



E' sempre costruttivo ascoltare qualcuno che ha un'opinione diversa dalla nostra? Secondo me no..fintanto che non decidiamo di Ascoltare veramente quello che ci viene detto. Provo a spiegarmi..
Per forza di cose ci troviamo ad interagire con altre persone, e con opinioni che non sempre coincidono con le nostre (e direi per fortuna), ma per diversi motivi tendiamo a non ascoltare tutti (vuoi perchè Tizio mi è antipatico, perchè ho dei pregiudizi etcetc). E' chiaro che una volta che ho ascoltato non devo per forza modificare l'idea che ho di una cosa.. pero' potrebbe anche essere che la mia idea sia ristretta, e che vedere punti di vista diversi, mi aiutino ad allargare l'opinione che avevo.. e nello stesso tempo, dicendo ciò che penso io posso aiutare altri a vederla diversamente.. Se pero' a priori, decido di non ascoltare chi sta dicendo cose diverse dalla mia, resto chiusa nella mia convinzione, difendo la mia posizione, chiudo quindi sia in entrata che in uscita, (come diceva appunto Era sempre nel post semplicità).
Forse, allora, il piccolo sforzo da fare, sarebbe provare ad ascoltare chiunque in maniera più distaccata possibile (non tenendo conto delle simpatie, o di qualsiasi altro "motivo" crediamo di avere).. discernendo poi certo, ma se a priori sento ma non ascolto... non serve a niente l'interazione. O meglio.. a quel punto non è interazione.
Concordo sicuramente.
Secondo me però lo sforzo da fare, anche se piccolo, non è tanto quello di " provare " ad ascoltare chiunque, discernendo certo, quanto invece " cercare " di ascoltare prima se stessi. Provo a spiegarmi meglio.
E' certamente inutile sentire e non ascoltare. Mostra questo un atteggiamento che se da un lato, come dici, difende la personale ed individuale posizione, dall'altro preclude la possibilità di confronto e nondimeno fa in modo che ci si cristallizzi ancora di più sulla nostra.
Questo mi sembra sintomo di intelligenza che purtroppo si chiude in se stessa.
Sostanzialmente quello di cui suppongo si potrebbe avere paura, poi è meglio che ci sia un smentita se non è cosi, è la "perdita ", quanto meno minacciata, di ciò che ognuno possiede, vale a dire la certezza di sapere o del credere, insomma tutto ciò che, in quanto convinzione strutturata, è presente in larga o stretta misura in ognuno.
Questa " paura", questo timore, che si identifica con la mancanza di volontà di perdere la supremazia in se, fa si che si attivi un meccanismo di autodifesa che tra l'altro ha una duplice finalità a mio avviso. La prima è quella appunto di tenere salda, ancora di più, la convinzione di un sapere o di un credere in modo tale che, di conseguenza, sia ancora di più salda la propria certezza; la seconda capacità invece è quella di rinvigorire la personalità che altrimenti potrebbe, in un certo senso, trovarsi minata da piccole cariche esplosive e non avere più quel saldo collagene a disposizione che ne garantisce, appunto, la sopravvivenza " unificata".
Quando parlo tutto sommato di mancanza della capacità di ascoltare se stessi, intendo fare riferimento a questo meccanismo che probabilmente, attivato automaticamente, se per un verso è lo schermo che " vuole " proteggerci dal campo minato esterno, per l'altro risulta essere uno schermo, ancora di più oscuro, che non ci permette di guardare ed ascoltare noi stessi. Ci si rende conto, in definitiva, che nessuno potrà farci cambiare idea e che chi tenta di intraprendere quest'azione è semplicemente folle.
Non ci si rende conto però che il velo " oscuro" trova la sua linfa vitale nella certezza di ciò che si considera tale; di ciò che è sempre venuto dall'esterno, di cui abbiamo sempre creduto essere la nostra parte più vera : non sappiamo che è quella che ci inganna di più, facendosi passare come nostra. Per questo non l'abbandoneremmo mai.
Per ascoltare gli altri bisognerebbe prima ascoltare se stessi e non mi sembra che, a qualsiasi livello ovviamente " contaminato" dall'umano, ciò avvenga.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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