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Vecchio 12-01-2006, 22.05.51   #26
Uno
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Originalmente inviato da Lucignolo
Ho dei dubbi su cosa intendi come "volontà bassina come intento": significa bassa forza di volontà?

Da quanto scrivi sopra allora la volontà proviene da colui che ha creato l'aiutante, non dalle preghiere, scongiuri ed altro della comunità. Questi ultmi servono solo come base energetica. La causa della perdita di controllo va qindi ricercata internamente all'officiante.
No non ho detto che la volontà proviene solo dall'officiante.. questo è vero nell'esempio che facevi tu del tuo esperimento... se tu agisci da solo scollegato da tutto.. (per quanto impossibile perchè solo come nascita sei immerso in qualche contesto) allora è tutta la tua volontà.. quella che trasmetti..
ma nelle comunità l'officiante è un tramite... ci mette anche la sua volontà.. deve prepararsi... essere puro... seguire alcuni passi che variano da tradizione a tradizione ma agisce facendo ponte tra una Volontà che proviene dall'alto (chiamala Dio, Energia, Universo) sempre parlando di tradizioni spirituali che perseguono scopi non finalizzati al potere sulla materia... altrimenti è l'inverso...

Citazione:
Originalmente inviato da Lucignolo
Le cose che elenchi sono anche sintomi dello stress: chi di noi dovesse vivere esperienze simili, rischia di adottare una cura inefficace "tagliando i cordoni" se non compie un attenta analisi (direi autoanalisi visto che la volontà è interna all'officiante). Per questo è importante fornire i giusti strumenti.

Siccome la perdita di controllo avviene in modo simile per l'impegno nella vita quotidiana (soldi lavoro ecc., come da tuo esempio) e la cura è la stessa (staccare la spina) ne deduco che l'origine sia comune e derivi dal mettere troppa volontà nel fare una certa cosa, lasciando sguarnite le altre sfere della nostra vita. Condividete?
c'è un fondamento corretto ma se non ti dispiace ne apriremo altra discussione altrimenti facciamo confuzione
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Citazione:
Originalmente inviato da Lucignolo
Ritornando all'analisi del mio caso specifico leggendo il post ho individuato alcuni elementi caratteristici degli aiutanti magici:
1- L'aiutante stesso, che può avere svariate forme, sia materiali che sottili.
2- Il creatore, colui che per mezzo delle sue volntà e capacità da origine all'aiutante
3- La cumunità o tradizione che per mezzo di preghiere, suppliche, o semplicemente ammettendo che la cosa sia possibile fornisce l'energia come materia prima.
4- Varie che aggiungerete se mi sono sfuggite.

Anche questi elementi sono essenziali per un'analisi oculata.

Nel mio caso il punto 3 manca (o almeno lo ritengo io) perchè la mia "costruzione" riguarda il mondo esterno ad essa solo quando io da essa agisco verso l'esterno.

Ma a pensarci una cosa simile a quelle descritte nel post l'ho già creata in passato, me ne sono servito ed infine percependo la perdita di controllo vi ho posto fine. Se vi interessa posso portare il mio esempio pratico.
i tre punti sono corretti, la comunità ci mette anche volontà (per quello che può a livello di singolo)
altri punti potrebbero essere che come nascita sono entità impersonale ma possono assumere una sorta di "personalità" in base agli input che gli si danno... per questo l'officiante che fa da tramite dovrebbe essere puro.
E allo stesso modo un "aiutante" che abbia una certa storia (tradizione) sarà più potente e più foclaizzato verso certi obiettivi... non sgnifica che ci si possa avvicinare incautamente... anzi la maggiore potenza implica maggiore precauzione.

Si raccontaci la tua esperienza così capiamo meglio cosa intendi
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