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Vecchio 09-02-2009, 04.21.05   #65
Uno
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Vorrei fare una domanda a chi sa la risposta.
Nel caso di una terapia prolungata in anni e anni e anni anche 40 anni, cosa accade? C'è una regolamentazione, alla fine succede qualcosa alla persona per cui si può dire davvero che non c'è più vita nel corpo?
Ad un certo punto morirà comunque anche se non tornerà mai nello stato che generalmente è considerato vita, non è che una macchina o medicinali possono mantenere in vita un corpo oltre quello per cui questo è destinato.
In ogni caso, e forse qui il discorso potrebbe prendere una direzione migliore volendo, un corpo non può essere tenuto insieme da nessuna macchina se non c'è un qualcosa che ne abbia la volontà all'interno.
E' quello stesso qualcosa che ci fa invecchiare e poi morire quando cede, l'unico sistema artificiale per conservare un corpo morto è l'ibernazione. Quindi anche se si usano parole come vita vegetativa, non dobbiamo dimenticare che stiamo parlando di persone vive, una vita diversa da quella che consideriamo tale, come del resto lo è quella di un malato mentale o di un vecchio passato un certo limite, ma vita.
Quindi se vogliamo razionalizzare a fondo la questione, il problema eutanasia non dovrebbe neanche porsi, idem (in questo caso) l'accanimento terapeutico. Se finisce e si esaurisce la vita, i medici possono attaccare quante macchine vogliono, ma la persone muore, viceversa, la persona cosciente che può far conoscere la propria volontà, se questa fosse la sua vera Volontà, perchè non potrebbe lasciarsi morire a prescindere dall'alimentazione e/o da qualsiasi cura?
Non mi dite che non è possibile, perchè ci sono testimonianze di vecchi in India (e non solo) che arrivati al momento giusto si preparano e muoiono in maniera naturale nello stesso modo con cui noi spegniamo una lampadina. Se uno non riesce a farlo vuol dire che per qualche motivo dovrebbe ancora vivere (le alternative sono omicidio o suicidio), le macchine aiutano soltanto la Volontà a fare il suo lavoro, salvo quando non continuano (e capita anche questo) a pompare aria o altro in un corpo realmente morto. La nostra scienza non è in grado di accertare senza nessuna possibilità di errore la morte realmente, ci si avvicina moltissimo (direi che è quasi precisa al 100%, ma non lo è completamente) con le diagnosi di morte celebrale, cardiaca etc.. ma gli episodi di morte apparente non sono poi così rari e Dio non voglia che a qualcuno non capiti un funerale troppo veloce in questi casi. Purtroppo succede, tant'è che per un certo periodo prima della sepoltura c'è stata l'usanza di praticare una puntura al cuore per essere sicuri che la persona non si risvegliasse nella bara.
Oggi la tecnologia diagnostica è senz'altro più avanzata, ma non è ancora infallibile... ma se non siamo neanche sicuri della morte, come facciamo a prendere certe decisioni su persone vive?
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