Discussione: Percezione e coscienza
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Vecchio 08-03-2010, 16.15.19   #1
atomico
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Predefinito Percezione e coscienza

Vi espongo in questa discussione ciò che afferma una scienziati ancora sconosciuto al grande pubblico.

In pratica se ci atteniamo a una procedimento scientifico altamente restrittivo e rigoroso, arriviamo a concludere che la realtà è costituita solo da coscienza e percezione.

In quest'ottica non esisterebbero le cose, intese come oggetti materiali.
Vediamo come si arriva a questa conclusione.

Per prima cosa bisogna interdere per coscienza la capacità di dare senso in se stesse alle percezione. In pratica la coscienza è ciò che ci acconpagna le nostre percezioni dandoci la consapevolezza di stare percependo qualcosa di esistente.

La coscienza così definita è confermata dalla nostra esperienza, e quindi fa tatti osserbabili e ripetibili, e si connota quindi come qualcosa di esistente e innegabile.

Le percezioni sono invece il contenuto delle cos edi cui siamo coscienti. Ad esempio il colore rosso e quello blu, sono due entità di cui possiamo essere coscienti, ma hanno un differente contenuto informativo, nel preciso senso che li identifichiamo come entità distinte tra loro.

Le percezioni nascono dalla mente (anche se questo assunto è superfluo agli scopi della presente discussione), in quanto ad esempio il colore rosso non viene ne dalle onde elettromagnetiche che impattano sul nostro occhio, ne nell'impulso nervoso che si produce a seguito di tale stimolazione e che giunge nella parte del cervello dedicata alla percezione visiva.
Il rosso è la risposta della mente a quel particolare impulso nervoso (l'impulso nervoso del colore rosso è identico a quello del colore blu, e a tutti gli altri impulsi nervosi dei sensi, quindi non è nell'impulso in se la proprietà di essere rosso).

Anche l'esistenza delle percezioni la possiamo ocnfermare in base alla nsotra esperienza, e quindi può essere ritenuta un fatto innegabile.

Ora applichiamo il rasoio di Accoma, il quale dice che la spiegazione di un fenomeno tende a essere corretta quando poggia sul minor numero possibile di assunti.

Se non facciamo altre assunzioni, arriviamo alla conclusione che esistono solo percezioni e coscienze, e non oggetti esterni alla nostra mente.
Infatti tutto ciò che sappiamo del mondo lo apprendiamo solo attraverso percezioni, e non non sappiamo neppure che senso potrebbe avere l'esistenza di un qualcosa che non sia percezione o coscienza.

N.B.
Procedendo in questa ottica non si è obbligati a ipotizzare che esista una mente che dirige tutto facendo in modo che i nostri singoli punti di osservazione siano compatibili tra loro, come se effettivamente esistensse un'unica realtà esterna a tutti noi.
Infatti anche l'esistenza di punti di vista differenti dal nostro richiede delle assunzioni non necessari (anche se utili per una più completa comprensione del tutto). Detto altrimenti, potremmo esisrtere solo noi, e nessun altro che osserva la realtà da altri punti di vista.
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