Discussione: Ricordi fetali
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Vecchio 09-07-2009, 18.50.39   #18
luke
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Beh si, dato che è statisticamente quasi impossibile il caso di uno che abbia goduto, nei nove mesi di gravidanza più i primi quattro anni di vita, di una condizione perfetta, siamo in un mondo di malati.
Di più... anche se c'è qualcuno che ha avuto la fortuna sopradescritta, gli sarà pure capitato qualcosa dopo, e questo qualcosa avrà lasciato un imprinting, sia pure di minore intensità, nel suo sistema e questo fa di lui un malato.
Di più ancora... questo vale anche a livello fisico: tutti quelli che non hanno avuto la fortuna di non subire alcun trauma fisico, non importa di quale intensità, sono malati e quindi il mondo è un mondo di super malati.

Solo che le cose non stanno propriamente così, o meglio non è tutto qua. Noi non siamo SOLO il risultato di ciò che abbiamo ereditato dai genitori (e quindi da tutta la linea ascendente tramite loro) ma abbiamo anche un quid personale.
Inoltre il nostro sistema ha la capacità di "guarire", ovvero ha la capacità di modificarsi, rispondere ai traumi subiti ed, entro certi limiti, è piuttosto efficace.
Se nel fisico questo sistema permette ad esempio la calcificazione di un osso, con il risultato per altro, che quell'osso poi sarà più resistente del normale, nello psichico questo sistema si chiama compensazione.

Se quando costruisco un edificio si crea un probllema strutturale su un lato delle fondamenta, posso rinforzare con dei supporti gli altri lati in modo da pesare meno su quel lato.
Spesso questo basta a tener su il palazzo. A volte no, è vero, ma sono molto pochi i palazzi che non hanno compensazioni.
Tuttavia, se ad un ceto punto questi piloni rendono il consumo generale della manutenzione troppo alto, per sistemare, devo per forza scavare fino al problema... e se il problema è nella prima infanzia li devo arrivare (ma anche non arrivando fin lì posso comunque ottenere migliori compensazioni ad un livello più profondo di prima). Oppure posso volerci andare per altri motivi, come la Ricerca (se non sistemo oltre un certo livello non vado).

Ma dire che una terapia, quella terapia, è l'unico modo per giungervi, pur se convizione fideistica deegli assertori, è palesemente falso (tra l'altro la psicanalisi ha la stessa posizione sulla necessità di profondità, ma non è così assolutistica).

Forse ho messo molte cose in poco spazio e quindi le ho dette male tutte. Si può espandere un po' alla volta.
In effetti direi che soprattutto in casi come la Ricerca sia indispensabile e ad un certo punto non prorogabile ulteriormente la sistemazione delle fondamenta.
Man mano che si procede e arriva qualche piccolo risultato, si ha voglia di andare avanti e di vedere cosa succede, cercando, per quanto possibile, di non addormentarsi ulteriormente e di non prendersi in giro da soli, facendo finta di non vedere determinati problemi e limiti che abbiamo (che non è detto siano attribuibili solo all'infanzia).

Vengono allora a galla come non mai tutti i retaggi del passato che non se ne vogliono andare; a quel punto si debbono solo affrontare perchè altrimenti andare avanti non è possibile, indietro non si vuole tornare e ci si trova a dover sciogliere per forza i nodi.
Il desiderio sarebbe di dare un bel colpo secco e reciderli tutti in un colpo, ma siccome non sono Alessandro Magno alle prese col nodo di Gordio, continuo a provare a oltranza.
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