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Vecchio 24-03-2009, 18.43.24   #80
stella
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
Riparto da qui, ho letto quasi tutta la discussione ma ad un certo punto mi sono accorta di essermi persa e quindi vorrei riprendere con calma.

La paura sarebbe quindi quella forza che ci allontana da un qualcosa su cui non abbiamo controllo.

Era poi faceva un fantastico elenco (a leggerlo mi par di giocare a "ce l'ho ce l'ho ce l'ho, manca...come con le figurine ) in cui si spazia dalla paura di oggetti o animali a paura per alcune situazioni.

Un'altra cosa che ho imparato è che spesso (ma potrebbe essere sempre) spostiamo su oggetti o cose la paura per un qualcos'altro dentro di noi che non siamo in grado di affrontare, in un certo senso lo scarafaggio o il serpente o gli spazi aperti diventano il mezzo con cui veicoliamo un profondo disagio.
Ray sottolineava come affrontare queste situazioni invece che andare diretti al disagio (se ho capito giusto) ci permette di non impazzire.

Mi fermo, per vedere se questo è giusto e per rileggere il resto
Io vorrei fare una distinzione tra la paura o meglio la fobia (diciamo degli scarafaggi o dei ragni ma potrebbe essere di qualsiasi cosa immotivata) perchè in quel momento li vediamo e li viviamo, e la fobia di una cosa che ci immaginiamo o che ci fa immaginare la nostra mente come reale.
Se nel primo caso la paura è motivata da un fatto oggettivo (tenendo sempre valido il discorso che su quello proiettiamo altre cose che non riusciamo a controllare) nel secondo caso in qualche modo inconscio la evochiamo (tipo la lingua batte dove il dente duole) ma la trasformiamo in altro.
Questo mi fa pensare che questa paura immotivata perchè non reale è utile a focalizzare un problema, è come se la mente cercasse di comunicare il disagio in questo modo, è un segnale per richiamare l'attenzione, e visto che normalmente ragni e scarafaggi o quant'altro di solito in una casa non ce ne sono, ce li fa immaginare come reali.
Le mie sono solo ipotesi, naturalmente, ma quello che posso dire per esperienza diretta è che la nostra mente, anche quando mente, ci dice una verità sul nostro stato psicofisico e questo mi è accaduto in momenti che poi ho superato.
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