Discussione: Cattivo Cattività
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Vecchio 30-04-2009, 16.34.06   #3
stella
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
La prima cosa che mi viene guardando così la parola cattivo è: c-attivo, come se la c togliesse l'attività dell'azione rendendola passiva o "reattiva"

Cattività si usa per definire lo stato di prigionia, ad esempio di un animale cresciuto in cattività, come se il non aver vissuto in libertà lo condizionasse.

Dopo questa riflessione mi domando se il definire cattivo un'essere vivente voglia dire che è stato condizionato, che è prigioniero di questa sua condizione, di cattività interiorizzata.
Cerco di spiegare meglio: intendo dei difetti egoici di cui è prigioniero.
Che ne pensate vi va di allargare?
Con il termine "cattivo" un tempo veniva chiamato il "captivus diaboli" che signicava prigioniero del diavolo, col tempo è rimasto solo il termine cattivo, da cui il verbo cattivare, cioè mettere in prigionia.
Che una persona definita cattiva sia prigioniera di qualcosa che non viene da lei ma da una condizione che l'ha fatta diventare così, è molto probabile.
C'è anche il termine incattivarsi qualcuno che sarebbe come dire farselo amico, mentre incattivare è un termine marinaro che significa l'impigliare le cime su se stesse o su un altro oggetto per tenerle ferme, in ogni caso da come la vedo io è il contrario di libertà.
La mancanza di libertà fa diventare cattivi e reattivi, proprio come dici tu, quando è imposta da qualcun altro.
Comunque il termine cattivo è sempre negativo, in qualsiasi contesto lo si metta.
Per quanto riguarda gli animali cresciuti in cattività, certamente la mancanza di libertà li condiziona anche se non si possono definire cattivi nello stesso senso che si usa per un uomo, forse perchè il vero cattivo è l'uomo che non li fa vivere come sarebbe nella loro natura.
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