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Vecchio 03-06-2008, 17.46.15   #27
dafne
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio

Se non ragioniamo su questo, sul perchè l'uomo (ma anche il regno animale) nasconde (lasciamo perdere casi particolari e mode) il proprio corpo ed in particolare gli organi sessuali non potremmo mai capire tutti gli altri meccanismi.
Sappiamo che il bambino non ha vergogna, non ha neanche pulsioni sessuali però... e si che esplora il proprio e l'altrui (se sono più bambini insieme che giocano) corpo come più può, ad un certo punto però cambia.. la prova è che un bambino di una certa età se viene molestato da un pedofilo anche se non capisce bene cosa sta succedendo e cosa sta subendo, prova fastidio. E' evidente che qualcosa cambia nel lasso di pochi anni, per questo potrei per esempio dire a Nike che in età adulta l'esplorazione corporea non ha la stessa valenza di quella infantile, anche qualora l'individuo non sia riuscito a completarla nel giusto momento (cosa che spiega molte cose) non riuscirà più a recuperarla così, innescando dinamiche complicate da smatassare.
Per ora mi sono limitato al passaggio del termine dell'età infantile, ma sappiamo bene che anche se la nostra cultura ha perso moltissimo in tal senso c'è un'altro passaggio, quello della pubertà.
Quindi nella parte sottolineata dici, se ho capito, che c'è una prima esplorazione che è assolutamente svincolata dal pensiero dove il bimbo si esplora ed esplora il corpo degli altri così come tutto il mondo attorno. Ho avuto due figlie mettevano in bocca praticamente tutto all'inizio, poi quando si sono impadroniti per bene dell'uso delle manine (ci vuole un pò perchè si riesca a coordinare il movimento) sono passati a toccare tutto. In un certo senso in assenza di idee sugli oggetti e persone l'esplorazione è stata una scoperta generica, senza distinzione tra metallo, legno e carne. Poi da queste idee generali di base si passa ad un'altra forma di esplorazione? Si può dire che mentre il bimbo piccolo non ha alcuna idea di sè, si sente un tutt'uno col mondo, verso la pubertà (e oggi molto prima) ci si sà già ben distinguere dagli altri e questo sentirsi diversi, distaccati produce un'esplorazione diversa, già legata a conoscenze di base e più mirata a verificare o riprodurre certe sensazioni?
Se io mi penso una protuberanza di mia mamma (almeno così me l'han spiegata tempo fà quando cercavano di farmi capire il dramma del distacco provato dal più grande entrando all'asilo) non avrò alcun problema ad esplorare e conoscere quella "parte di me" mentre se mi rendo conto che non sono io ma qualcuno di separato da me entra quel pudore, quello stop che poi, nel tempo, genera la malizia? Se io non mi sento un io non ho nemmeno bisogno di coprirmi, cosa faccio copro una parte di me a me stesso? Ma se mi rendo conto dell'esistenza degli altri mi coprirò eccome..sul perchè però sono incerta, un pò perchè sono le parti più delicate, più vulnerabili, un pò perchè in quanto sedi del motore riproduttivo devono "accendersi" solo in certi momenti?...
E poi, mi chiedo, se uno non è riuscito a concludere le sue esplorazioni nel modo corretto, si generano dinamiche difficili da smatassare..perchè quella forma d'innocenza, di sentirsi un tutt'uno non è più riproponibile?
mi sà che mi sfugge qualcosa...e che quel qualcosa ha a che fare paurosamente con me...
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